L’archivio di Carlo Adamoli, pioniere dell’aeronautica, aviatore ed industriale, da me salvato dalla dispersione conseguente agli sfollamenti della seconda guerra mondiale, consta di oltre 30.000 documenti. La proprietà assoluta di esso mi è stata lasciata dalla mia nonna materna, Teresa Garavini, vedova del cav. Quirino Croce, volontario corridoniano ferito gravemente alla ‘Trincea delle Frasche’, ed in seconde nozze vedova poi di Carlo Adamoli.
In questo archivio vi è una parte ‘segreta’ poiché densa di elementi che erano di carattere strategico, tanto che durante il conflitto era stata ricercata sia dai tedeschi che dagli americani.
Carlo Adamoli
Carlo Adamoli, nato a Bellano il 7 novembre 1894, appartenente a quel prestigioso ceppo della famiglia o, per dirla in maniera manzoniana, a quel ramo del lago, figlio di Francesco, ingegnere del comune, è stato ammesso giovanissimo, il 17 novembre 1914, a frequentare il corso piloti nel battaglione aviatori.
Con l’entrata dell’Italia in guerra, dopo esser stato pilota alla 10^ è passato alla 27^ squadriglia ed ha compiuto molteplici ardimentose ricognizioni sul territorio nemico, cadendo prigioniero (insieme al coscienzioso capitano osservatore Filippo Mattioli, che partecipava di persona alle imprese rischiose, fratello sino ad allora dimenticato del brillante ministro della real casa), non potendo, per una panne al motore, riprender quota per ripassare le creste montuose ma, riuscito a fuggire, ha ispirato due puntate di Luigi Barzini, sul “Corriere della Sera”, intitolate Odissea, in concomitanza con i grandi titoli per la morte di Francesco Giuseppe.
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