Sono due aneddoti che ho voluto ricordare, non è necessario che mi soffermi ancora sulla figura del professor Eugeni, ma voglio soltanto dire che è stata una figura poliedrica. Basti pensare che come cultore di francobolli è stato uno dei collezionisti di livello mondiale, e a me per 40 anni mi ha fatto mettere da parte tutti i francobolli che arrivavano dall'Italia e dall'estero che potevano aumentare la sua collezione. Grazie.
(Roberto Almonti) Grazie professor De Luca. La parola al professor Giovanni Sergio Palleri.
(Giovanni Sergio Palleri) Buonasera a tutti quanti voi. Ho un po' di voce bassa, vi prego di scusarmi. Non voglio nemmeno sottrarre il tempo a voi altri. Io ho apprezzato sempre il compito e l'impegno di Carlo Eugeni quando sedeva con noi... Scusate... (deve sospendere)
(Roberto Almonti) Passiamo intanto la parola al professor D'Agostino.
(Augusto D'Agostino) Ringrazio, innanzitutto, dell’invito ricevuto telefonicamente da Montauti, al quale non potevo assolutamente mancare. Sono entrato nell’atletica da tecnico, nel lontano 1961, dopo essermi diplomato all’ISEF di Roma nello stesso anno. Devo sinceramente affermare che, nei primi tempi del mio incarico, mi identificavo con un carattere alquanto irrequieto e, forse, anche estemporaneo in alcune situazioni controverse nei confronti di altri addetti ai lavori. Ero, in certo modo, vittima, in primis, del mio istinto ancora giovanile e, direi, discretamente arrembante. Ma, al cospetto della figura del prof. Eugeni venivano meno lamenti e/o proteste. La sua signorilità negli atteggiamenti, e nei rapporti interpersonali, non permettevano licenze inopportune nei dialoghi e senza una parola in più di ciò che era necessario esprimere in maniera corretta. Ecco il mio primo ricordo diretto del professor Carlo Eugeni! Con lo Stesso, ricordo, esisteva già un rapporto di grande amicizia con mio padre, che, in un certo periodo, era anche presidente del Comitato Regionale. Lo stesso mio genitore cercava di guidarmi correttamente durante le mie funzione espletate in campo. Ma, ripeto ancora, di fronte al professor Eugeni di raccomandazioni non ce n’era bisogno perché solo nel guardarlo in faccia si spegneva in noi qualsiasi impulso di reazione.
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