a cura di Federico Adamoli Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano> a cura di Federico Adamoli Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano>
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Tutte queste persone hanno contribuito, nei loro tempi e nei loro ruoli, io credo, a dare quella spinta che l'atletica leggera italiana ebbe in quei tempi enormemente sani; i ragazzi pensavano allo sport in modo corretto, e questo è importante. E mio padre questo lo ha predicato per anni, lui predicava lo sport di massa. Occorre si, qualcuno che pensi ai bravi, però ci vuole qualcuno che pensi alle masse, per portare il movimento corretto nelle gambe e nelle braccia di tutti, e questa sostanzialmente è stata la sua filosofia principale. Vi racconto ora alcuni particolari: io ero sempre curioso di come lui faceva scuola, mi interessava proprio la sua didattica spicciola. Lui aveva per ogni classe un grosso quaderno, ed all'inizio dell'anno faceva fare a tutti delle prove, su tutte le specialità dell'atletica. Prendeva i tempi delle corse, le misure del lancio del peso, del giavellotto - anche il giavellotto, che era proibito fare a scuola - e segnava tutto. Poi a metà anno, dopo aver fatto diversi allenamenti ripeteva ancora le misure, in maniera da avere chiara la situazione del miglioramento individuale. E questo lui lo chiedeva a molti atleti: fatevi il libricino. Io giorni fa ho ritrovato il mio con molta commozione, perché queste cose ti commuovono. |