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a cura di Federico Adamoli

Carlo Eugeni e la storia dello sport teramano


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     Io ero un'atleta agli inizi, ed è una cosa che mi è rimasta impressa, sempre. Ci ripensai un attimo, poi lo chiesi al maestro che era mio allenatore: il professor Eugeni mi ha detto così e così, ed il maestro mi fece capire prima chi era il professor Eugeni, perché io lo dissi con quel fare sprezzante che hanno i giovani nei confronti degli anziani. Lui mi ha aveva detto questo aspetto tecnico, ma io non sapevo ancora chi fosse questa persona. Il maestro mi fece quindi capire chi era stato il professor Eugeni, e mi disse: tu questa cosa non la puoi fare perché sei destrorso al cento per cento, non hai grosse capacità di staccare con il sinistro, e se fai un gesto tecnico difficile, come balzo successivo di sinistro trovi difficoltà. Quindi siamo rimasti in questo modo.
     Ma la cosa bella è che nella mia carriera - e questo il maestro professor Augusto D'Agostino lo sa, perché è stato il CT della nazionale - ho incontrato i migliori giovani italiani di salto triplo, ed uno come Fabrizio Donato, che questo inverno è stato vice campione europeo con 17,72 e che in carriera ha cambiato gamba di stacco. Quando un atleta ha delle problematiche fisiche e non ha queste capacità - se è triplista - di cambiare la gamba di stacco, ha il rischio di finire la carriera. Se ha questa capacità all'età di 16-17 anni, questa carriera può proseguire. E molte volte mi sono ritrovato a ripensare, e tuttora lo ricordo, a queste parole del professor Eugeni.
     Dico l'ultima sull'aspetto filatelico, perché lui è stato veramente un grande collezionista, e quando mi facevo le mie passeggiate in bicicletta a Giulianova, mi sono trovato delle volte a casa sua - stava sul terrazzo ad accudire la moglie veramente con molto amore - e mi ha fatto vedere la sua collezione, alla quale so che molte delle persone qui presenti hanno contribuito.