Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
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del quadro della Trasfigurazione, col quale porremo fine alla serie delle nostre descrizioni.
Raffaello era allora pervenuto al colmo dei suo ingegno, della sua riputazione e del suo credito: non si era veduto giammai, e neppure si è veduto ancora di poi, un artefice portato dalla forza del suo genio ad un-gnn do tale, sia di quella fama generale, che d'un nome ordinario fa un soprannome di gloria, sia di quella pei?* sonale considerazione, che fa uscire un particolare dall' ordine comune della società, e lo solleva nell'opinione pubblica a quel grado distinto, che ne vien dato dalla nascita e dalla fortuna.
11 numero immenso di produzioni che aveano sparso da tutte parti la celebrità del suo ingegno, era dovuto al concorso senza esempio d'abili uomini, ond'era stato maestro , e n'era 1' anima, e che onorandosi di restare suoi allievi, riceveano essi medesimi una parte di'quella gloria che circondava il capo della scuola: quindi si ve* devano premurosi di fargli seguito quando usciva per andare alla corte Raffaello occupava pure in essa corte un posto onorifico, come si dirà più innanzi} e in una parola , viveva da principe a.
Michelangelo , Io stoico Michelangelo vivendo solo , andando solo 3, e lavorando solo formava col suo umoré
i « Per la qual cagione, si vedeva , che non andava mdi a Corte, che partendo di casa non avesse seco cinquanta pittori, tutti valenti e buoni, che gli facevano compagnia per onorario. » Vasari, ibidem, pag. 228.
» « Egli in somma non visse da pittore , ma da principe » Vasari ibid.
3 « Disse a Raffaello in passando : Voi andate con un gran seguito , come un generale » Raffaello rispose : E voi andate^.ooQle
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