Istoria della vita e delle di Quatremere De Quincy
g» 622 mXI. ° Che la teoria del Bello ideale oltre alP essere vaga ed inutile, aggiunge all'artista uno sciocco prurito di sempre voler apporre agli oggetti eh* egli dovrebbe riverire come fonte deQa sua ispirazione : e così l'arte sua, di libera che pareva easene, ad campo d'una sognata creazione , divien fredda correttrice ; e quasi direi, pedantesca : dove all' incontro, il profondarsi nella beDezza naturale, il farsi non già critico ma rivale della natura richiede tanta forza di meditazione, tanta finezza d'osservazione , tanta docilità di sentimento, tanta grazia e innocenza d' affetto, cbe non può imaginarsi disgiunta dalla originalità vera e dalla sublimità.
È tempo ornai di finire. Giova intanto l'aver nel piò grande de'pittori, come ne' più sommi poeti di tutte le genti ed eli, trovata la pratica di quelle dottrine, che alcuni moderai letterati , fra le contraddizioni e gli scherni di tanti, annrmn'amno ; dottrine, il cui complesso fu segnato con qoeH*infausto nome di romanticismo ; giacché tutte, a quel che pare, le cose dei mondo hanno bisogno d'un nome.
Sono con riconoscenza e rispetto.
Di Lei, Signor Conte.
Firenze, i agosto i8a8.
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