Il fondo Adamoli è stato quindi scandagliato a più livelli: prima, alla ricerca della documentazione relativa alla propaganda e la stampa di Partito nel periodo di riferimento; successivamente ho selezionato le carte relative alle direttive del partito rivolte ai giornalisti; poi la ricerca si è arricchita con l’apporto di ulteriori documenti rinvenuti fuori dal fondo Adamoli, tra la Miscellanea, connessi a quelli già consultati: in quest’opera di approfondimento e “incrocio” ho recuperato un dattiloscritto, contenente le istruzioni per la corretta redazione dei giornali di fabbrica. E’ stato sicuramente stimolante confrontare questo documento - riferito a una pubblicazione settoriale, ma di importanza vitale per il Partito, di cui la base operaia è gruppo di riferimento - con il Manuale del corrispondente dell’Unità, rivolto invece alla formazione di giornalisti di qualità e capaci di parlare, coinvolgere, informare (o per meglio dire, controinformare), conquistare un più ampio target.
Ho concluso la mia ricerca con una breve disamina del rapporto tra Partito e intellettuali, per approfondire l’inquadramento organizzativo dei giornalisti, in una fase di grande fermento associazionistico: i più significativi spunti di analisi sono stati suggeriti da una tra le riviste culturali più prestigiose apparsa nell’immediato dopoguerra, La voce degli intellettuali, diretta da Francesco Dalla Corte, di cui ho consultato la raccolta (1944-46), disponibile alla Biblioteca Universitaria della città. Tale rapporto, complesso e contrastante, è scandito dalle risoluzioni culturali del PCI (1948, 1949 e 1952), che dimostrano il tentativo di irregimentare gli intellettuali e di operare ad una loro progressiva formazione alla responsabilità politica; il Partito vuole guidare e coordinare le iniziative culturali, al fine di potenziarne l'efficacia politica e controllarne l'aderenza ai dettami del marxismo-leninismo e alla “forma nazionale, contenuto socialista” richiesta dai decreti culturali di Andrej Ždanov. Questo tentativo del PCI lacera il “Fronte delle idee”, che vive molte fuoriuscite: si veda ad esempio la “Questione Politecnico”, conclusasi con l’espulsione di Elio Vittorini dal partito.
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