"Nella Superba governata da cento famiglie e dominata da pochi nomi autorevoli – Giuseppe Siri, un cardinale papabile, Angelo Costa, un presidente di Confindustria, Paolo Emilio Taviani, un uomo di Stato e di partito – Zuanino (84) cosituisce un portavoce solido per una borghesia e un blocco di potere conservatore che si prepara ad unire il capitale finanziario, la grande rendita urbana, i ceti medi del terziario sotto le insegne della Democrazia cristiana.E a uno scontro ideologico che assume i tratti del “muro a muro” con il ponente operaio e l'universo comunista, che nella sua radicalizzazione, finisce per generare asfissia politica e culturale e per limitare le potenzialità di sviluppo del territorio." (85)
Nel frattempo si svolgono le elezioni provinciali: l’appuntamento elettorale è sottovalutato dalle formazioni politiche e la vittoria va alla Democrazia Cristiana, (86) nonostante le forti somiglianze tra i programmi dei due maggiori partiti rivali. (87) La DC esce vittoriosa anche dalla battaglia per Palazzo Tursi, dopo una campagna elettorale tutta rivolta alla difesa delle tradizioni cristiane e cattoliche, all'opposizione al totalitarismo e sostenuta dallo slogan "Riportiamo i comuni agli italiani!": Vittorio Pertusio, designato sindaco, lo resterà per tredici anni. (88)
* * *
(84)
A. Zuanino è il vicedirettore del “Secolo XIX”, che dal 1949 affianca il direttore della testata Umberto Vittorio
Cavassa. (Cfr. O. Freschi, Il Secolo XIX, cit., p. 340).
(85)
Ibidem, p. 341.
(86)
La prima deputazione provinciale era stata nominata dal CLN, composta di uomini che avevano partecipato alla
lotta di Liberazione, a rappresentanza paritetica dei diversi partiti: il presidente, Enrico Raimondo, era poi diventato
segretario regionale della DC e aveva assunto alte cariche nel gruppo IRI. (M.E. Tonizzi, Il ceto politico locale
a Genova e provincia: 1946-1951, cit., p. 12). Alle elezioni provinciali del 27 e 28 maggio 1951, la
maggioranza è raggiunta dalla lista DC-PLI-PRI-PSDI. Così distribuiti i 36 seggi disponibili): DC 18, PCI 7, PSI 4.
A proposito di questa vittoria democristiana, P. Castagneto spiega: “Queste ultime non vanno sottovalutate come
effetto di risonanza, perché (...) consentirono con il voto “bianco” delle vallate dell’entroterra e dei piccoli centri
della costa, in particolare Rapallo e Chiavari, di rendere più netta la vittoria democristiana”. (P.Castagneto,
La provincia di Genova (1945-56). Dalla politica all'amministrazione., in "Storia e memoria", 1994, 2, pp.
53-75).
(87)
Il territorio era diviso in 24 collegi e le liste presenti su tutto il territorio provinciale erano quelle della DC, del fronte
PCI -PSI (lista della Pace) e del PSDI. Il programma della lista per la Pace è rivolto ad un target ampio, che
raccoglie tutti i ceti produttivi operanti sul territorio provinciale (cfr. "l'Unità", 20 maggio 1951). Si auspicano
interventi di potenziamento delle attività portuali e nel settore dei trasporti (in senso ampio: aereo, marittimo,
ferroviario e stradale, soprattutto verso le aree dell'entroterra e le riviere); la realizzazione di un piano di produzione
di energia idroelettrica; il controllo delle tariffe dei prodotti caseari, l'apertura della Centrale del Latte. A livello
sociale, si auspica il potenziamento dell'assistenza ai bambini e alle madri e riforme di tipo strutturale sul ricovero
negli ospedali Psichiatrici. Le proposte del PCI praticamente coincidono con quelle del partito della DC, che però
sottolinea i risultati della precedente amministrazione provinciale (soprattutto relativi al raggiungimento del
pareggio del bilancio), chiedendo la riconferma della guida democristiana in Provincia e un superamento della
rappresentanza paritetica, vista come artificiosa, in favore di una maggiormente democratica. (Intervento
dell'esponente democristiano Mario Enrico, "Il Corriere del pomeriggio", 30 aprile 1951). Ibidem.
(88)
Sull'andamento del voto nelle amministrative del 1951: Alle comunali la DC guadagna 35 consiglieri; il PCI 18, Il
PSDI 9, il PSI 7, il PRI 5, Il PLI 4, Il MSI 2.Sindaco, fino al 1965, diventa l’avvocato Vittorio Pertusio. (M.E.
Tonizzi, Il ceto politico locale a Genova e provincia:1946-1951, cit., p.55). Sulla distribuzione dei voti a
sinistra: Alle amministrative del 1951, nonostante la vittoria DC, tiene il PCI, mentre il PSI dimezza i suoi consensi
(ormai scisso dal PSDI, che in futurò riceverà sempre un consenso intorno al 7-10%). Gli anni '50 vedono invece un
mutamento degli equilibri all'interno dell'universo di sinistra: il PCI arretra (24,9% alle comunali del '56, 24,7% alle
politiche del '58), il PSI aumenta il proprio consenso medio intorno al 20%.Questo a causa anche del duro scontro
sociale derivante dalle lotte operaie degli anni '50.Tale rapporto di forze si ribalterà di nuovo negli anni '60. (P.
Arvati, Genova e l'Ansaldo, in Storia dell'Ansaldo. Dal dopoguerra al miracolo economico, cit.,
pp. 186-188).
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