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Flavio Michelini, all'indomani della morte di Adamoli, nel 1978, scrive su "L'Unità" (non senza retorica): La città, completamente devastata dalla guerra, deve far fronte a compiti tremendi. Ma trova un sindaco d'eccezione che trascorre più tempo nei quartieri e nelle fabbriche che non nel proprio ufficio. Affronta il problema della ricostruzione riuscendo a mobilitare, contemporaneamente, le forze della cultura e gli uomini semplici. L'entusiasmo popolare attorno alla figura del sindaco comunista è enorme. Mai come in quel momento venne realizzata una fusione tra governati e governanti, grazie soprattutto alla capacità che Adamoli aveva di stringere legami saldi con le masse popolari, di intendere i problemi, i bisogni, le aspirazioni. (89) Ricorda Giuseppe Manzitti: Adamoli era il primo sindaco comunista di Genova. Fu un po' uno shock per gli imprenditori, anche se lui cercava di partecipare a tutte le manifestazioni, in tutti gli ambienti (...) Fu un grande sindaco: era un uomo estremamente serio, che si occupava con competenza dei problemi della città; la sua amministrazione fu determinante per la ricostruzione nel dopoguerra. (90)
L'amministrazione Adamoli, come accennato, si trova a fare i conti con i gravissimi danni bellici e la necessità di ripristinare il patrimonio abitativo e culturale; i problemi relativi al deficit di bilancio e alle sperequazioni evidenti dovute alla politica fiscale, a cui si tenta di dare una risposta innovativa; le problematiche relative al porto, alle industrie cittadine, alla disoccupazione incipiente. Quali sono le peculiarità della sua amministrazione e il suo rapporto con la cittadinanza?
(89)
F. Michelini, "Gelasio Adamoli. Un profilo. Per Genova fu sempre il sindaco della ricostruzione",
L'Unità
, 31 luglio 1978, consultabile su http://adamoli.org/gelasio/profilo.html (16/05/2010).
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