Deborah Tolomeo
La 'Stampa Rossa' a Genova (1945-1953). Le Carte Adamoli


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     Era pertanto necessario adeguarsi ai gusti dei lettori che - ironizza Alf Gaudenzi (che ne “L’Unità” genovese si occupò della rubrica per i bambini, dal settembre 1945, per poi diventare capocronista) - “contrariamente alle nostre opinioni, volevano che”L’Unità” pubblicasse le notizie e le rubriche degli altri quotidiani!"; (33) lettori che non solo cercavano uno strumento per interpretare correttamente i fatti nazionali e internazionali e le 'parole d'ordine' con cui esprimere il proprio malcontento, ma anche articoli di informazione locale e di varietà. L’informazione “spicciola” fino al 1949 risiede quindi nella seconda pagina: qui il partito si occupa della quotidianità dei suoi lettori/elettori, a tutto tondo, dei loro problemi, così come delle loro necessità di evasione. Quindi, agli argomenti cari alla pubblicistica comunista (Resistenza, antifascismo) e di interesse primario per un giornale di partito (cronaca e commento politico, che occupano la prima pagina, uniformandosi all’impostazione dell’edizione romana), si affianca una seconda pagina più leggera : ricca di notizie di cronaca locale, di pubblica utilità, amministrative, di interventi sulla ricostruzione ed inchieste sociali; ma anche sport, spettacolo, cronaca nera, necrologi. (34)
     La competizione con la "stampa borghese" si intensifica soprattutto dal momento in cui quest'ultima torna a guadagnare lettori, "affievolitasi la fase della democrazia nascente": (35) così l'impegno dei redattori deve estendersi, attraverso un maggior approfondimento politico-teorico ed il miglioramento dei servizi di cronaca. Non a caso il potenziamento dell'informazione locale va di pari passo con l'aggravarsi della guerra fredda: declinato nelle forme del giornalismo di denuncia, documenta le contestazioni dei primi Cinquanta e tratteggia una storia del movimento operaio genovese – attraverso i "diari" degli storici scioperi e delle autogestioni ed i reportages dalle aree più disagiate. In questo modo prende forma la fisionomia dell'edizione genovese de “L’Unità”, soprattutto attraverso la sua terza pagina "operaista" e popolare. (36)

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(33) A. Gaudenzi, A Genova gli operai non ridono, cit., p.102.

(34) Per questa parte è esaustivo il cap. 4 della tesi di laurea della Dott.ssa B. Bario, da cui ho tratto parte delle informazioni sulle notizie e le rubriche pubblicate sulle annate dell’edizione locale de “L’Unità”, che elenca cronologicamente e anche attraverso approfondimenti tematici. Tale tesi tratteggia con grande precisione le fasi seguite dall'edizione genovese delL’Unità, fino alla sua chiusura nel 1957 e riporta moltissimi titoli e stralci di articoli e rubriche, così come le tematiche trattate con maggiore frequenza. Si consulti quindi Bario B., L’edizione genovese de “L’Unità”, cit., pp. 85-102.

(35) Tale 'riconquista del mercato editoriale' da parte della stampa indipendente avviene già dal 1947, sebbene "la politicizzazione dell'informazione era ben lungi dal tramontare". (S. Calissano, I quotidiani genovesi dalla Liberazione alla Repubblica, in M.E. Tonizzi (a cura di), Stampa e quotidiani in Liguria tra l'ultimo fascismo e la Repubblica, cit., p. 98.).

(36) (Cfr. Bario B., L’edizione genovese de “L’Unità”, cit., pp.79-84). Dopo la morte di Stalin l'impostazione operaista diventa ancora più evidente e anche la volontà di essere il giornale dei liguri, oltre che del PCI. Mentre le questioni dottrinarie vengono messe da parte già da alcuni anni, dopo il 1955: "L'accento viene posto sia su problematiche del presente, sia su una rievocazione nostalgica del glorioso passato della regione e del suo capoluogo. Le analisi critiche sullo stato di salute dell'economia ligure si alternano ad articoli di carattere storico-commemorativo. Mentre le prime sono firmate dai cronisti Enrico Ardù e Giovan Battista Canepa, i secondi sono opera di collaboratori esterni, primo fra tutti Gaetano Perrillo [membro del Comitato federale genovese e regionale del partito nel dopoguerra e fondatore del Centro ligure di storia sociale e della testata "Movimento Operaio e Socialista", scrive per la terza pagina genovese dal 1948, ndr], il quale, oltre a ricordare le tappe più significative dello sviluppo del movimento operaio nella regione, si occupa della crisi dell'agricoltua ed infine pubblica nel 1957 una rubrica intitolata "Alla scoperta di Genova d'altri tempi". (Ibidem., p. 81, anche il profilo di Gaetano Perillo, tratto da "Movimento operaio e socialista", 1-2, 1976, pp. 3-7).