Pagina 46 di 156 |
Dicembre 1947. L'anno che sta per concludersi è stato segnato da importanti appuntamenti politici e istituzionali e in Italia, specchio della situazione internazionale sempre più tesa, riemergono le divisioni sociali che erano state accantonate durante la guerra, represse dalla solidarietà antifascista. La mancata epurazione dei quadri e dei dirigenti che avevano collaborato con il regime produce il ricostituirsi dei gruppi di potere e, in parte, delle istituzioni prebelliche e l'esigenza della ricostruzione materiale comporta i sacrifici di tutta la popolazione. Conclusa la fase di costruzione di una nuova "casa democratica" per i cittadini italiani, i gruppi politici tornano a frammentarsi e la battaglia anticomunista viene avviata: emarginando le sinistre dal governo nel corso del 1946, e in seguito espellendole nella primavera del 1947, in ottemperanza agli accordi con l'alleato americano, (60) che fa discendere da tale manovra gli aiuti necessari alla ripresa dell'attività produttiva italiana per il suo sviluppo economico.
(60)
Con l'avvio di quella che Walter Lippmann definirà 'guerra fredda', l'Italia si ritrova in posizione strategica,
all'interno del blocco occidentale guidato dagli Stati Uniti d'America, e le linee guida della politica e dello sviluppo
economico vengono da questo profondamente influenzate; più che negli altri paesi europei, per la sua posizione
nello scacchiere geo-politico, ma anche per il fortissimo schieramento di sinistra all'interno del Paese. Le pressioni
sul Governo da parte degli USA sono molto forti: immediatamente dopo la guerra, De Gasperi è costretto a
promettere l'allontanamento dei comunisti dal governo a seguito della firma del trattato di pace, in cambio
dell'inclusione tra i paesi destinatari degli aiuti statunitensi. (Cfr. Department of State, Foreign Relations of the
U.S., Washington D.C. 1946, vol. V pp. 934 e segg., op. cit. in G. Mori, Economia e società in Italia dal
dopoguerra al centro-sinistra, Roma-Bari, Ed. Laterza, 2000, pp. 1-25).
|