Con l'intensificarsi della contrapposizione dovuta alla guerra fredda, il giornale si impegna con maggior slancio per "denunciare la disinformazione e lottare per la difesa degli interessi dei lavoratori, la pace e la democrazia": (107) alla maggior severità dei toni e dei contenuti, (108) si accompagna un potenziamento organizzativo delle campagne di diffusione.
In questa operazione di organizzazione del consenso diventa centrale il volontario della diffusione, "portatore di verità", (109) a cui sono dedicate molte pubblicazioni, opuscoli, guide; ogni sezione ha un proprio responsabile del Centro Diffusione Stampa e la domenica “L’Unità” viene distribuita casa per casa.
Il 1949 è un anno chiave, perchè la direzione del PCI delibera a favore di un coordinamento centralizzato - sia giornalistico, sia amministrativo - delle quattro edizioni e un potenziamento distributivo e propagandistico che poggi sul lavoro degli Amici dell’Unità: il 23 gennaio si costituisce pertanto il Comitato Nazionale Amici dell’Unità e il Comitato Centrale organizza la diffusione attraverso un'apposita risoluzione. (110) Da quel momento prende il via una impegnativa campagna per la diffusione, accompagnata da una gara tra sezioni e federazioni, con lo scopo di aumentare la tiratura a un milione di copie, su scala nazionale e a 150 mila copie festive e 80 mila feriali, in Liguria. (111) Il documento segnala i risultati conseguiti: la tiratura ha raggiunto picchi di 110 mila copie domenicali e 58 mila feriali, (112) nonostante gli avversari politici e la Chiesa abbiano intralciato la commercializzazione del quotidiano e lo strillonaggio, anche con numerose denunce di vilipendio contro i redattori stessi. (113) Nei mesi successivi si rileva nuovamente un calo nella diffusione, da imputarsi ad una scarsa organizzazione degli Amici dell’Unità, la cui attività "importantissima (...) era in gran parte affidata all'entusiasmo e alla spontaneità". (114) Per raggiungere i nuovi obiettivi prefissati per l'anno 1950 – 85 mila copie domenicali (115)- sarà necessario "il potenziamento organizzativo dell'Associazione Amici dell’Unità, l'estensione capillare dell'Associazione e il suo funzionamento permanente e regolare" (116)
* * *
(107)
I compiti fondamentali della stampa comunista, tratto dal num. 49 del “Bollettino dell'Ufficio
Informazione dei partiti comunisti e operai”, 8 dicembre 1950, in: Documenti per il IV congresso della
federazione genovese del PCI, cit., pp. 5-7.
(108)
Cfr. B. Bario, L'edizione genovese de “L’Unità”, cit., p. 65-67. Spiega la Bario: "In seguito [dopo il
1949, ndr] il clima politico-sociale del paese subisce un deterioramento, tanto da rendere quantomeno poco
opportuno distrarre i fruitori della stampa comunista con notizia frivole.(...) i duri anni Cinquanta lasciano un
segno anche nella storia del giornale, che diventa palpabilmente più cupo, più grigio, più compassato, proprio per
una diversa selezione e dislocazione dei contenuti.La guerra fredda (...) ha l'effetto di bandire dalla prima pagina la
cronaca nera e lo sport". (Ibidem, p.65). E ancora: "almeno fino al 1954 la pagina iniziale viene riservata
quasi esclusivamente a notizie serie, anzi gravi ed allarmanti, di politica interna, estera, economica (...) un giudizio
altrettanto rigido vieneformulato sui rapporti internazionali, in un quadro generale di contrapposizione fra sfera
occidentale e sfera socialista.". E sul linguaggio utilizzato negli articoli e negli editoriali: "Dal linguaggio
standard, scontato e ripetitivo, dalla provenienza esclusivamente romana delle note politiche e dagli editoriali,
molto spesso firmati da Ingrao, Longo, Togliatti e da altre note personalità del partito, si può intuire che alle
redazioni minori non viene lasciato quasi nessun margine di partecipazione alla elaborazione della strategia
politica”.
(109)
Cfr. "Come realizzare il Mese. Direttive di lavoro", p. 10, opuscolo non datato, consultato al CLSS, cartella
5 bis, busta 8 "L'attività culturale e propagandistica". Il volantino, redatto dalla sezione genovese, spinge a diventare
diffusori de “L’Unità”, cioè mettersi a disposizione della sezione per diffondere capillarmente il giornale, in
maniera organizzata. Il linguaggio è semplice e colloquiale, sono citati molti esempi concreti e si sofferma su
aneddoti di vita di sezione interessanti per l'attività propagandistica.
(110)
Tale risoluzione viene discussa e votata il 5-6 gennaio 1949. A capo della nuova organizzazione di
coordinamento delle edizioni vengono posti il presidente della Lega Cooperative, On. Guido Cerreti e Amerigo
Terenzi, futuro direttore generale delle quattro “Unità” (Cfr. Murialdi P., La stampa italiana del
dopoguerra.1943-1972, Roma-Bari, ed. Laterza, 1973, p.223; Cfr. anche: Rafforzare ed estendere i gruppi
degli "Amici dell’Unità", in: documenti per il IV congresso della federazione genovese del PCI, supplemento al
num. 32 de “L’Unità” del 5 febbraio 1951, cit., p. 17).
(111)
Tale campagna prende il nome di "U2" ed è organizzata minuziosamente attraverso pubblicazioni specifiche e
corsi in sezione. Cfr. B.Bario, L'edizione genovese de “L’Unità”, cit., p. 70.
(112)
"L'ultima domenica del mese di febbraio 1949 si diffusero in tutta la regione 102 mila copie; mentre 110
mila copie venivano diffuse nella terza domenica di marzo". La diffusione domenicale si stabilizza
successivamente sulle 70 mila copie, escludendo il mese della stampa comunista (82 mila copie in media) e la
distribuzione straordinaria il 21 gennaio 1950 (122 mila copie), che segna una ripresa delle vendite. (Ibidem).
Murialdi stima un rapporto tra le vendite dei giorni feriali e quelle dei festivi di uno a tre/ uno a quattro. Si consideri
che nello stesso 1949, a settembre, Vittorio Gorresio pubblica su “L’Europeo” dati del tutto opposti circa la
diffusione delle quattro edizioni, stimando la tiratura di quella genovese in 27500 copie di media, nonchè un calo
delle vendite complessive de “L’Unità” in Italia tra l’8% e il 12% (Cfr. Murialdi P., La stampa italiana del
dopoguerra.1943-1972, cit., pp. 223-24).
(113)
Cfr. B.Bario, L'edizione genovese de “L’Unità”, cit., p. 71, sulla reazione dei politici, del Sant'Uffizio
(che invita gli edicolanti ad intralciare la commercializzazione delL’Unità)e della stessa magistratura all'attività di
diffusione sempre più massiccia dei militanti e in generale all'attività informativa del foglio.
(114)
Rafforzare ed estendere i gruppi degli "Amici dell’Unità", cit., p. 17.
(115)
(Ibidem). Peraltro il dato è inferiore, rispetto a quello prefissato per il 1949, sull'"Unità" del 10 marzo, come
segnalato da B. Bario, L'edizione genovese de “L’Unità”, cit., p. 70.
(116)
Ibidem.
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