Francesco De Nicola introduce così la sua analisi della realtà giornalistica genovese nell’immediato dopoguerra, relativamente agli spazi culturali ospitati dalle terze pagine dei quotidiani e dalle riviste di allora.
D'altronde:
"In Italia non ci si è mai voluti limitare alla pura e semplice cronaca culturale, e le pagine culturali sono state da sempre lo spazio per il confronto, le discussioni,i sassi nello stagno, le provocazioni. Si è cercato fin dalle origini il contatto tra cultura e società, tra cultura e politica". (119)
Di sicuro interesse, per "l'abbondanza di testi e informazioni letterarie proposte" (120) è la terza pagina del "Corriere del Popolo" di Arrigo Ortolani: ricca di informazioni letterarie, recensioni, corrispondenze nella rubrica "Vetrina dei libri", annovera tra i propri redattori Alessandro Fersen, Nicola Ghiglione, Ugo Gallo, Carlo Bo. (121)
Merita un accenno anche la terza pagina de "Il Lavoro", gestita da Tullio Cicciarelli (122) - attento al mondo letterario e ai problemi della scuola, arricchita da notizie di attualità nella rubrica “Letture e pareri”, gestita dallo stesso Cicciarelli, e aperto a prestigiose collaborazioni; (123) e sul fronte opposto, ma affine tematicamente, quella de “Il Nuovo Cittadino”: attento anch’esso ai problemi dell’istruzione e alle rievocazioni dei fatti resistenziali, si abbandona però spesso alla polemica anticomunista, che compare anche sulle pagine culturali. (124) Il giornale condivide alcuni redattori con la rivista culturale “Il Gallo”: quest’ultima, fondata nel 1946 da Nando Fabro, si occupa di letteratura e cultura, ma è contraddistinta da da un’apertura al dialogo anche verso i marxisti, che anticipa lo spirito del Concilio Vaticano II e le tematiche relative a libertà di coscienza e pluralismo. (125)
* * *
(119)
Zanchini G., Il giornalismo culturale, Carocci ed., Roma, 2009, p. 25.
(120)
F. De Nicola, La letteratura nei giornali genovesi del dopoguerra, cit., p. 31.
(121)
La terza pagina del “Corriere del Popolo” si dedica prevalentemente alla narrativa nord-americana e ai romanzi
più rappresentativi della scena neo-realista; tra i suoi punti di forza si annoverano le prestigiose collaborazioni dei
poeti e scrittori italiani e i liguri più rappresentativi: tra cui Camillo Sbarbaro (1888-1967. Poeta, è il più
rappresentativo tra gli intellettuali antifascisti liguri), Giovanni Descalzo (1902-1951. Aveva collaborato ai fascisti
Il Popolo d'Italia
e "Giornale di Genova". Durante la guerra si dedicò alla narrativa per ragazzi), Adriano Grande
(1897-1972. Poeta, animatore della rivista culturale "Circoli", negli anni Trenta, aveva aderito al fascismo per poi
distaccarsene durante la guerra), Enrico Bassano (1899-1979. Giornalista al "Secolo XIX", autore di racconti e
teatro), Valentino Gavi (1893-1980. Direttore della rivista municipale "Genova" e scrittore di numerose opere
narrative e umoristiche tra cui I calzoni del violinista, Concerto a Budapest, Il signor nessuno, La moglie
giovane), Enrico Terracini (1909-1994. Collaboratore della rivista "Solaria" negli anni Trenta, scrittore, tra i
suoi romanzi ricordiamo Fantasmi alla festa, Quando avevamo vent'anni ). Ibidem, p. 25.
(122)
Tullio Cicciarelli (Genova 1918-1986), laureato in storia e filosofia, poeta, critico teatrale; inizia a scrivere sul
mensile del Guf di Genova "Il Barco", ma la sua carriera di giornalista comincia negli anni Quaranta, al "Lavoro", a
cui collabora dopo la Liberazione come responsabile della terza pagina fino agli anni Ottanta.Cfr. M.E. Tonizzi (a
cura di), Stampa e giornalisti in Liguria tra l'ultimo fascismo e la Repubblica (1943-1947), Roma-Bari, Ed.
Laterza, 2008, p. 159.
(123)
Tra le altre, Leonida Balestrieri, Adelchi Baratono, Mariano Maresca, Achille Pellizzari.
(124)
Ibidem, pp. 27-31.
(125)
“Il Gallo” è nel 1939 circolo antifascista cattolico; nel dopoguerra diventa anche rivista mensile, il primo numero è
del gennaio del 1946. Diretta da Nando Fabro, quattro pagine, tiratura di 500 copie. “Il Gallo” vede la
partecipazione di poeti e intellettuali cattolici e non di fama nazionale, tra cui E.Montale, S. Quasimodo, G.
Ungaretti, A. Barile. Cfr. (Ibidem, pp. 31-32; S. Verdino, La letteratura ligure. Il Novecento, Genova, Costa
e Nolan, 1988, pp. 322 e segg.; E. Baiardo, L’identità nascosta, cit., pp. 67-68). Nonostante si muova in un’
”ottica rigorosamente cattolica” evita la polemica, prediligendo tolleranza e apertura. Infatti fin dal suo
primo numero tesse un dialogo a distanza con Vittorini, che, come già accennato, nell’editoriale di apertura del suo
“Politecnico” auspicava una “nuova cultura”, che trasformasse l’uomo e lo proteggesse dalle sofferenze e dallo
sfruttamento. I “galli” sostengono l’importanza della spiritualità nella vita pratica e nell’attività intellettuale,
rappresentando il cristianesimo come l’unico mezzo di trasformazione dell’uomo. La rivista non è però benvista
dalla curia: la redazione viene commissariata e mentre Mons. Adrianopoli, direttore del “Nuovo Cittadino” deride i
suoi redattori definendoli “utili idioti”, molti li accusano di non militare con sufficiente combattività.
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