Il lavoro del corrispondente è anche legato alla diffusione del giornale, di cui deve occuparsi, ancor più degli altri militanti: coordinando, controllando e dirigendo il lavoro degli “Amici dell’Unità”; collaborando con l'ispettore regionale de “L’Unità” e con l'Ufficio Diffusione dell'Amministrazione Centrale del quotidiano.
Le istruzioni di ordine 'politico' contenute nella prima e seconda parte del manuale sono applicabili anche al corrispondente provinciale, tenuto conto della maggiore complessità del lavoro giornalistico nel capoluogo e delle relative responsabilità: i problemi da trattare sono più numerosi, inoltre la redazione è responsabile del controllo e coordinamento della cronaca di tutta la provincia, cioè del lavoro della rete dei corrispondenti comunali. A tali responsabilità, cui si aggiunge quella di formare quadri giornalistici di buon livello, corrisponde l’onere di raccogliere critiche e suggerimenti dai lettori, di cui bisogna promuovere riunioni periodiche.
“Occorre popolarizzare la sede della redazione cittadina e abituare l'intera cittadinanza e le autorità a considerarla come la rappresentanza dell'organo centrale del P.C.I.”. (24)
Una netta divisione dei compiti permette l'organico svolgimento del lavoro: si costituirà una redazione cittadina, i cui collaboratori (possibilmente esperti) si occuperanno di cronaca, cultura e sport, coordinati dal corrispondente provinciale; quest'ultimo deve organizzare e guidare anche una vasta rete di “corrispondenti di base”, dislocati presso ogni ufficio pubblico e organizzazione di massa, ma soprattutto presso ogni fabbrica e azienda agricola: fonte di informazione puntuale e immediata, sono inoltre più vicini ai lettori e svolgono una funzione di collegamento diretto del quotidiano con il popolo e i luoghi di produzione, rendendolo “realmente un organismo vivo”.
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(24)
Ibidem, p. 40.
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