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Gli esempi riportati in appendice illustrano l'esigenza di esporre i fatti con semplicità e chiarezza, per comunicare con il lettore più umile, che rappresenta larga parte del target del quotidiano. Per lo stesso motivo è da evitarsi un linguaggio di partito ricco di slogan o inaccessibile ai più. “Un giornale comunista è un giornale popolare, e quindi deve essere letto e capito da tutti, anche da chi non ha nessuna cultura. Il corrispondente deve quindi adoperare sempre un linguaggio semplice e chiaro. Altre fondamentali qualità di una buona corrispondenza sono la serenità e la serietà. Appunto per il grande pubblico a cui il giornale di indirizza o è necessario che la sua cronaca svolga gli argomenti in modo da persuadere il più largo numero di persone. Ciò non vuol dire che il corrispondente deve usare un linguaggio non vigoroso, non efficace, anzi significa che il corrispondente deve svolgere il suo ragionamento, descrivere i fatti con calore e sentimento, in modo da convincere. (…) Bisogna avere un linguaggio vivo, appassionato, popolare: che arrivi subito al cuore e al cervello di tutti.” (33)
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Su linguaggio persuasivo e la retorica Cfr. L. Cedroni, T. Dell'Era, Il linguaggio politico, Carocci ed., Roma,
2002, pp. 113-117; Cella P., Di Termini D., Politica e comunicazione. Schemi lessicali e analisi del
linguaggio, Name, Genova, 1998, pp. 142-176; G. Bulli, La comunicazione dei partiti politici, cit., pp.
145-171. Di particolare interesse l'approccio di Edelman, che crea una tipologia del linguaggio politico basata sulle
categorie analitiche di “stile” e “funzione”, per cui i significati sono trasmessi dalla forma del linguaggio, mentre lo
'stile' ne indica la funzione politica. Si tratta perciò di uno studio della dimensione simbolica della politica. Per
Edelman, il linguaggio politico può avere alcune funzioni principali: funzione rituale, simbolica (evocativa),
persuasiva, legittimante. Nel caso del linguaggio persuasivo, la retorica svolge una funzione imprescindibile.
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