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Il movimento vive la propria resistenza come battaglia di avanguardia nei confronti della distruzione del patrimonio produttivo, ma le sue aspettative di partecipazione attiva alla gestione organizzativa delle imprese e del processo di produzione verranno deluse; (60) gli resterà, quale unico compito, la difesa dell'occupazione e della propria professionalità - che nel progetto di modernizzazione perseguito sarà dequalificata e ridimensionata. “La storia sociale e politica di Genova nel dopoguerra è intrecciata alla difesa del ruolo e dell'identità industriale della città. Per tutti gli anni '50 si sviluppa un duro scontro politico e sindacale che contribuisce a creare l'immagine di Genova "città divisa”. (61)
Chiuso il periodo dei licenziamenti di massa dopo il biennio 1953-54, il movimento operaio è indebolito, ma si impegna in lotte settoriali e vertenze contrattuali nella seconda metà del decennio; la città vive anche di porto, commerci, finanza, (62) oltre che di industria, e altre battaglie coinvolgono i portuali e i siderurgici. (63) La sinistra cittadina seguirà ancora una volta con notevole coinvolgimento lo sciopero ad oltranza degli oltre 2500 operai della compagnia del ramo industriale del porto, tra cui il PCI era molto influente, (64) contro l’entrata in vigore decreto sulla “libera scelta” (65) nel 1955.
(60)
Ciò è dimostrato ad esempio dalla soppressione del CLN aziendali: organismi nominati dal Cln ligure dopo la
Liberazione per rappresentare in fabbrica i partiti che avevano partecipato alla Liberazione, ma di fatto
egemonizzati (e vigilati) dal PCI, a cui la maggiornaza dei lavoratori coinvolti aderiva; ebbero di compiti di tipo
politico e sindacale, come l'epurazione dei fascisti, la riorganizzazione sindacale dei lavoratori dell'azienda, e il
ripristino dell'attività produttiva negli stabilimenti. La loro attività viene ridimensionata nel breve periodo, quella
politica dal Governo Militare Alleato e dal neonato governo italiano; quella sindacale dalla CGIL; cessano la loro
attività nell luglio del 1946, per lasciare spazio ai nuovi organismi di cui avevano impostato l'attività, i Consigli di
gestione e Commissioni interne. (Ibidem).
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