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“Si assiste ad un costante monitoraggio dell’andamento dello sciopero e così per lungo tempo l’argomento compare sempre tra le notizie più importanti della prima pagina, spesso accompagnato da foto, dalla pubblicazione di numerosi interventi di personalità e giornalisi (il direttore Gelasio Adamoli, il vicedirettore Tortorella, il direttore dell’Unità romana Ingrao, il segretario della Federazione genovese del PCI Secondo Pessi, il segretario generale della CGIL Giuseppe Di Vittorio); inoltre in più occasioni esso si impone come tema unico della Terza pagina”. (66)
L'egemonia della FIOM sul movimento operaio, in quell'immediato dopoguerra, lo condusse a sostenere una politica difensiva: le tensioni espresse dalla base venivano scaricate sui "bravi operai" e sindacalisti delle Commissioni interne, che quindi si trovarono a gestire "una forte conflittualità, nel senso di ridurne le potenzialità esplosive con la mediazione e la discussione". (67) "in attesa che la classe operaia si imponesse come egemone nella società italiana, si proponeva (...) come prima tappa, di stimolare una trasformazione della qualità dei rapporti sociali di produzione all'interno della fabbrica".
(66)
B.Bario, L’edizione genovese dell’Unità, cit., p. 68.
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