La differenza tra i prezzi inglesi e quelli internazionali, andava aumentando. Sostenuti da una politica creditizia favorevole, i prezzi inglesi resistevano di più dei prezzi mondiali agli assalti della crisi.
Con la tradizionale lentezza inglese s'intravvedeva ora la gravità della situazione e già s'iniziavano i primi rimedi, mentre altri ed energici ne venivano raccomandati. I vari mali dell'organismo inglese erano accuratamente e perfettamente esaminati da una serie di commissioni, che dal giugno all'agosto 1931 pubblicarono i loro rapporti.
Mentre ferveva questo lavoro di analisi e di rinnovamento scoppiò nell'Austria, propagandosi immediatamente in Germania, la grande crisi, che doveva lasciare un solco così profondo: travolgere la sterlina, creare nei paesi dell'Europa Centrale e Danubiana una situazione monetaria artificialmente sostenuta con grave danno dell'economia mondiale, provocare in seguito la caduta del dollaro e di altre monete.
I fatti si svolsero nel seguente ordine: il 13 maggio 1931 la Credit Anstalt sospendeva i pagamenti coinvolgendo tutta l'economia dell'Europa Centrale. La Germania fu subito colpita e si verificò ai primi di giugno una fuga di capitali che mise in serio pericolo la saldezza del marco. Venne la moratoria Hoover il 19 giugno, che parve rimettere la fiducia, ma dopo lo resistenze francesi, appena si seppe la reale portata delle proposte, il senso di ottimismo disparve, la tempesta riprese accanita, per cui la Germania, seguita dopo da tutti i paesi dell'Europa Centrale, fu costretta a prendere una serie di provvedimenti eccezionali per impedire l'emigrazione di capitali e per regolare il commercio dei Cambi. Così anche i crediti stranieri si trovarono immobilizzati e il commercio delle divise fu strettamente regolato. La Conferenza di Londra del 23 luglio e il Rapporto di Basilea, subito dopo, riconobbero lo stato di fatto, sancendo il "congelamento" dei debiti a breve scadenza.
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