Sembrò difficile quindi sin dall'inizio che il Comitato dei prezzi dimostratosi già incapace di frenare efficacemente le incidenze delle Leggi sociali, potesse contenere in giusti limiti quelle certamente assai più forti della svalutazione e della generale applicazione delle quaranta ore.
Difatti quindici giorni dopo il ragguaglio del franco, il 10 ottobre, le statistiche ufficiali del prezzi al minuto registravano già i seguenti sensibili aumenti:
Indice generale 8,5%
Prodotti nazionali 6,2%
Prodotti importati 13,8%
Derrate alimentari 6,3%
Alimenti animali 7,28%
Alimenti vegetali 6,1%
Zucchero,caffè cacao 4%
Il commercio estero è peggiorato. Difatti: rispetto all'ottobre 1935 il disavanzo della bilancia commerciale è passato da 380 a 787 milioni ed in novembre da 333 milioni a circa un miliardo, 1376 in dicembre e in gennaio a 1546 milioni. La ragione del peggioramento è che l'aumento del prezzi interni è stato superiore al deprezzamento della moneta, riproducendo quindi lo squilibrio tra prezzi mondiali e prezzi francesi, che con l'allineamento del franco si voleva rettificare.
Il 20 gennajo 1937 la Stampa di Torino, riportando un articolo del Tempo circa l'andamento dei prezzi in Francia dopo l'allineamento della moneta, scriveva: “Nell'ultimo trimestre del 1936 i prezzi all'ingrosso sono aumentati del 24%. Un'analisi di questa cifra specifica: rialzo del 41% dei prodotti importati e del 15% di quelli nazionali.
L'aumento dei prezzi al minuto è meno sensibile, ma dato il breve periodo di un trimestre particolarmente importante. Il numero indice in questo settore è passato da 494 a 550 con un rialzo cioè dell'11%.
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