Giovanni Adamoli
L'allineamento monetario dell'ottobre 1936


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     Le cifre sono più efficaci della parole. In dodici mesi il prezzo del pane è salito da 1,60 a 2,40 il Kg. ed i numeri indici dei prezzi all'ingrosso da 376 a 583 (53%) La riserva aurea è scesa da 62 dei vecchi franchi Poincaré a 57 miliardi dei nuovi franchi Blum; il debito pubblico è aumentato d'una ventina di miliardi, il disavanzo del bilancio, rimane un'incognita. Secondo notizie dei giornali mancano alla Tesoreria almeno quindici miliardi per far fronte agli impegni dello Stato per il 1937.
     Ora possiamo domandarci se tutto questo spreco di ricchezza e la svalutazione del franco hanno provocato almeno una situazione di prosperità sia pure provvisoria e fittizia.
     Riportiamo altre cifre ufficiali: l'indice della produzione industriale è salito da 100 a 104, quello dei trasporti ferroviari del 2,50 %, la disoccupazione è diminuita da 446 a 371.000 unità, il disavanzo della bilancia commerciale è aumentato nel primo quadrimestre del 1937, rispetto allo stesso periodo del 1936, da 3,2 a 6,2 miliardi. Complessivamente una leggera ripresa tra ottobre e febbraio, poi ristagno e curva discendente.
     Leone Blum, in un'intervista col Daily Herald, riconosce che la Francia è il solo paese d'Europa che non ha sentito la ripresa ma giustifica: perché il mio Governo ha cominciato ad applicare riforme sociali senza precedenti.
     Dobbiamo però osservare che le riforma sociali di Leone Blum, le 40 ora settimanali a le vacanze pagate, erano già note in Italia.
     L'altro risultato, quello di fare effluire i risparmi tesaurizzati sul mercati finanziari, che il Governo credeva di raggiungere con l'allineamento dal franco, è venuto meno.