Giulio Adamoli

Il Castello di Besozzo
di Augusto Fichtner e Federico Adamoli






La fitta vegetazione presente nel parco

        A Besozzo, in provincia di Varese, esiste il Castello Adamoli, che fu la dimora della famiglia di Giulio Adamoli (1840-1926), Garibaldino dei Mille, Senatore del Regno, cartografo ed esploratore; all'interno del parco si trova ancora, in grave stato di abbandono e sommersa da un folto bosco composto di bambù e palme, la tomba dei suoi genitori, Domenico Adamoli (1813-1876), anch'egli patriota, e Lucia Prinetti.
        Il castello spicca tra i palazzi più antichi di Besozzo: il corpo settentrionale, costruito su antiche strutture fortificate e conosciuto come Castello Cadario, è composto da una "elegante torre d'ingresso tardorinascimentale con una leggera loggia a colonne su beccatelli che la conclude nella parte sommitale e un bel portale bugnato fiancheggiato da due colonne. All'interno si apre un raccolto cortile su possenti colonne in pietra d'Angera" (1). Di fronte al castello c'è il Palazzo Adamoli, che però fa parte dello stesso nucleo originario ed è "frutto di trasformazioni e modifiche, con bel portale d'ingresso di fattura rinascimentale e un elegante cortile con decorazioni e balconcini settecenteschi. Tra i due edifici, nel parco, sussiste ancora l'antica torre del primitivo castello medievale, in massiccia muratura in pietra a vista" (1).



Una veduta del Castello di Besozzo


        Questi Adamoli erano di origine Comasca, imprenditori serici emigrati a Varese, all'inizio del '600; un ramo si era stabilito alla fine di quel secolo a Lione diventando banchieri (uno ebbe ben 16 figli), e negli anni 80 del '700 uno di essi rientrò in Italia (da questa circostanza nacque la notizia, riportata in una pubblicazione degli anni 50 sulla storia di Besozzo, che erano di origine francese) ed i figli si stabilirono a Milano e Torino. A Besozzo i familiari di Giulio Adamoli giunsero all'inizio dell'800, prendendo dapprima in affitto dai conti Besozzi sia i terreni che il castello, ed in seguito diventandone i proprietari. La famiglia giunge da Varese e si insedia nel castello di Besozzo Superiore intorno al 1820: qui Domenico ricoprì la carica di sindaco, mentre il figlio Giulio fu, in tempi successivi, consigliere comunale, portando il respiro dell'aria risorgimentale, con le novità provenienti dall'estero.
        Fu questa una famiglia dai profondi sentimenti patriottici, e dei suoi illustri componenti Besozzo conserva imperitura memoria, grazie alle due lapidi in bronzo presenti nel palazzo comunale, che raffigurano gli Adamoli.
        Eretto dai Longobardi, il castello ospitò più volte Giuseppe Garibaldi, ed è rimasto nella proprietà dei discendenti degli Adamoli sino agli anni ottanta del novecento, quando la moglie di un nipote decise di vendere il castello con tutto il suo preziosissimo contenuto, che in gran parte andò malauguratamente distrutto. Ma di questo si accennerà brevemente in seguito.

       
(1) Sito istituzionale del Comune di Besozzo: Besozzo tra storia e monumenti




Facciata del Palazzo Adamoli di Besozzo


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