Livorno, 20.V.41
Cara Fernanda - prima di ricevere la tua lettera non credevo capace una donna di concentrare tanto "aceto" in dieci righe di missiva... e pensare che per non attendere sino all'ora di mensa la tua posta, di soppiatto mi sono avventurato poco fà sino all'Ufficio Postale della R.A.N., per prenderla subito. ...Bell'aperitivo per le "scaloppine", i "fornidi" o i "medaglioni di vitello" di questa sera! (Anche i vostri cuochi hanno una tendenza così spiccata per tal genere d'intrugli?)
Però, a pensarci bene, mi sono meritata la tua ira: per quale infelice caso mi è venuta l'idea di trasportare nella mia conversazione con te le distinzione netta che tra noi facciamo, parlando "delle carine" e delle "cosi, cosi""! Son certo infatti che, belle e brutte, vi sarete perfettamente organizzate, si da forma un sol blocco inscindibile: le ..."meno spopolanti" - visto che in genere sono le più ordinate, studiose etc - difenderanno l'organizzazione dagli assalti delle Professoresse e delle Sorveglianti.
Le più carine, invece, faranno la voce grossa e terranno a bada - approfittando della loro grande "influenza" - il sesso "meno gentile". Non è così? (Magari servendo dell'aceto: vero Fernanda?)
Ma - bando ai nitralgici ragionamenti - quello che volevo dirti era questo: - Perdonami di aver cercato una distinzione nei casi del tuo aspetto - ti prego di non telare la cala (ti piacciono le paperette - eh?!) - ti assicuro che il movimentato mio desco non ficcherà mai i suoi 32 nasini nella tua posta e se avrà un tuo ritratto ne sarò geloso come della cosa più cara. La nostra amicizia sarà simpaticissima, perché simile aggettivo io posso unire all'idea che mi sono creata di te, anche indipendentemente dai tuoi riccioli più o meno riccioli dei tuoi occhi più o meno a mandorla.
Spesso a me piace scherzare, ma vedo dalla tua lettera che a te non manca l'agilità di parare e ribattere i miei attacchi... faremo qualche volta, così, dei piccoli duelli ad arma bianca o - per esser meno tragico - dirò che ci bisticceremo allegramente. Altre volte invece, in ameno conversare, reciprocamente ci leveremo tutte le curiosità che presentano gli ambienti così simili ed anche così differenti e caratteristiche in cui viviamo - ci terremo compagnia da ottimi amici, confortandoci - nei giorni un po' grigi - dell'idea che ci venne tre anni fa, sommando la nostra gioia nei giorni pieni di sole e di belle novità.
Cara Fernanda - come vedi la tua lettera non mi ha "smontato", anzi, più di prima desidero conoscerti, perché devi essere una ragazza di spirito e quindi molto simpatica. Non mi domando neppure se tu sei bionda o bruna - se tendi al tipo nordico o all'hawaiano.
Non ci credi? Ebbene, se non ti considerassi già una cara amica, il parere del tuo fotografo mi sarebbe necessario quanto prima ed avrebbe un'importanza decisiva - invece guarda: mandami la tua foto quando vorrai.
Essa sarà per me il dono più caro, perché mi aiuterà a parlarti come se realmente io ti fossi vicino.
Cara Fernanda - ho raccontarti un pozzo di roba e perciò è bene.. che tu sospenda la fornitura dell'aceto, per parlare subito d'altro. Quando tra due mesi sarò a bordo, ed avrò molto più tempo libero di ora, che vado incontro - in blocco, a tutti gli esami del terz'anno d'Ing. Nav. - allora magari potremo organizzare qualche bella baruffa epistolare... così! Come diversivo.
Ho molto ammirato, nella tua lettera, la mancanza di profumi o di esotiche essenze: indici certi di una orientale corruzione delle usanze femminili.
Nella tua prossima, che spero mi giunga presto presto e fitta fitta, ti prego di sfamare un po' la curiosità che il misterioso paradiso delle fanciulle in me suscita e mi spingerà a formulare tante domande già in questa mia.
Tu pure domandami tutto ciò di cui ti punge vaghezza e spero di essere all'altezza del compito che mi assumo, specie se si tratterà di descriverti la gioia di gite in star - l'emozione delle regate in star, in ioletta, o su i piccoli Singhy - le lunghe vogate in iole o in oubrigger.
Ed ora credo sia ora di cena, almeno a giudicare dall'appetito perciò pongo termine a questo testamento, inviandoti i miei più cari saluti.
Fanne parte all'amica coraggiosa che ti abbia seguita, eventualmente, nella lettura di questa mia.
Tuo amico aff. Piero
P.S. Quando andrai via dall'Accademia? Quanti corsi avete: due o tre? D'estate avete licenza, o fate - in tempi normali - campeggi, viaggi o piccole crociere, magari sul lago di Bolsena o sul Trasimeno? Qual'è il tuo sport preferito? Mi hanno detto che avete una piscina e dei campi da tennis ancora migliori dei nostri. Quante volte alla settimana puoi uscire in franchigia? fino a che ora? E' carina Orvieto? Avete anche voi un caffè di ritrovo? A che ora la sveglia? Quali i "moccoli" più in voga? Avete fotografie di splendidi artisti incollate nel tavolinetto a studio?
La smetto... perdono! Il nostro libro del Mark II è stato spedito un mese fa a tutte le Accademie Militari. Una copia ne abbiamo inviata anche a voi.
Non so se avete una sala di lettura: certo sarà lì. Se poi lo desideri, mi faccio mandare da casa l'unica copia che ho e te la spedisco per fartici dare un'occhiata.
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