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a cura di Federico Adamoli


Il podestà che salvò gli ebrei


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     “Quinto di 11 fratelli, Umberto Adamoli nasce a Teramo, nei pressi di Frondarola, il 10 maggio 1878, da Gelasio e Carolina Marotta. Trascorre l'infanzia tra Rocciano e Tempera (L'Aquila). Il padre gestisce una fonderia di rame che è costretto ad abbandonare per difficoltà economiche. In seguito a lutti familiari nel 1892 si trasferisce con la famiglia a Giffoni Vallepiana (Salerno), paese di origine della madre.
     A 17 anni presenta la domanda per intraprendere la carriera militare, scegliendo il corpo della Guardia di Finanza. Viene destinato ad Oria, sul lago di Lugano, dove nei turni liberi dal servizio si dedica agli studi interrotti anni prima, e frequenta la casa dello scrittore Antonio Fogazzaro. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale viene destinato al centro di mobilitazione di Torino e passa l'intero corso del conflitto in prima linea, con il grado di tenente. Viene decorato con Medaglia d'Argento in seguito alla partecipazione ad importanti azioni di guerra. Nel giugno del 1921 si sposa con Clarice Cameli. Si ritira con la famiglia a Silvi Marina, dove viene chiamato in qualità di podestà a capo del comune di Silvi, e qui rimane per 3 anni. Tornato a Teramo, nel 1939 diventa podestà della nostra città, carica che conserva fino all'avvento della liberazione. In questo periodo si distingue per un atto di eroismo durante l'occupazione tedesca, essendosi offerto in ostaggio ai tedeschi che intendevano operare una rappresaglia nei confronti di 100 cittadini teramani, dopo i fatti di Bosco Martese.