Al Comando Militare Alleato
Teramo
Tratto in arresto per disposizione di codesto Comando, rispondo
alle generiche contestazioni di addebiti, mossemi dall'Arma dei
RR.CC.:
Se sono rimasto al posto di Podestà di Teramo anche dopo
l'avvento dell'ultima reincarnazione del Partito Fascista, è
stato per un profondo sentimento del dovere e non perché ne
dividessi le finalità ed i sistemi per raggiungerle.
Nel grave momento che la città attraversava, nessuno avrebbe
accettato la croce del potere. Io mi trovavo a reggerla da circa
quattro anni e ritenni che abbandonarla - in quell'ora - sarebbe
stata una defezione, se non una viltà.
D'altra parte il riconoscimento di questa mia personale
situazione, l'ebbi dallo stesso governo del Maresciallo Badoglio,
che mi mantenne in carica anche dopo la soppressione del P.N.F..
E' indubbio che se mi fossi reso soltanto in sospetto di aver
fatto, oltre che dell'amministrazione, anche della politica,
sarei stato rimosso dall'importante carica che rivestivo.
Così va interpretata anche la mia iscrizione al Fascio
Repubblicano. Cedetti, per il bene della città. Non era facile
resistere alle pressioni ed alla volontà del Prefetto del tempo.
Ma se ancora esistono gli atti della suddetta Federazione dovrà
risultare che io non curai nemmeno di ritirare la tessera!
Nego, però, di aver collaborato con i tedeschi.
Se collaborazione vuol significare attività spontanea e fattiva
data ad una causa o ad un lavoro comuni, io ho subito, sempre per
evitare peggiori e più tragici eventi alla mia città, le
imposizioni e prepotenze tedesche ed ho dovuto mostrare di
aderirvi, ma, contro questa parvenza di collaborazione, stanno
fatti concreti di mia nascosta ribellione, sempre ed intimamente
dominati dall'amore verso il mio paese.
Li enumero sommariamente:
a) Il 3 gennaio dell'anno corrente ebbi visita dallo stesso
Comandante delle truppe Tedesche e di un altro ufficiale, perché
dessi senz'altro per le ore 11 almeno 500 operai per lo sgombero
della neve caduta abbondantissima con impedimento di ogni
traffico: se per l'ora suddetta, i 500 uomini non si fossero
trovati dinanzi il Palazzo delle Scuole Magistrali, la città
sarebbe stata messa a fuoco!
Come non adoperassi, sotto tale ferocia e perentoria minaccia,
per scongiurare la effettuazione?
b) Lo stesso Comando tedesco intendeva affiggere manifesti - che
comminavano la fucilazione di 100 ostaggi in caso di aggressione
ad un sol soldato tedesco. Rifiutai gli ostaggi ed ottenni che
non si pubblicasse un simile bando, offrendo, per tutti, la mia
sola persona.
c) Nel processo contro l'avv. Nicola Nanni, Podestà di
Caramanico, chiamato a rispondere per ospitalità ad Ufficiali
Inglesi e per averli accompagnati in una ricognizione, intervenni
dinanzi il Tribunale Tedesco, spiegai la condotta del Nanni con
lo spirito di gentilezza e di ospitalità della nostra gente
abruzzese, ed ottenni che la sua richiesta di pena di morte si
attenuasse in quella di pochi anni di carcere, già graziati.
d) Io sapevo, come tutti, che nel territorio della Provincia si
aggiravano elementi inglesi ed americani, protetti ed assistiti
dalla popolazione. Ebbene, non ho mai fatto, né permesso che si
facesse opera di investigazione e di delazione a loro carico.
e) Ho reso meno dura la vita agli internati politici, affidati,
per l'amministrazione, alle cure del Comune. In relazione alle
disponibilità, cercai di far giungere ad essi cibo sano ed
abbondante. Più volte mi recai a trovarli e persino il giorno di
Pasqua, quantunque fossi malato, per portare loro la mia parola
di fede e di conforto. Ed anche molto mi adoperai per la loro
liberazione, in parte ottenuta.
f) Gratitudine e vivo ricordo di me dovranno serbare i molti
ebrei, capitati per caso nel Comune che si ebbero ad affidare,
non so per quale istinto, alla mia protezione. Il più largo
sentimento di umanità fu da me usato nei loro riguardi.
g) Fui del pari soccorrevole con le famiglie dei patrioti
rifugiatisi in montagna, che a me si rivolgevano per la
necessaria assistenza.
h) Non mancai di visitare, quale Podestà gli ammalati e feriti
Anglo-Americani nel nostro Ospedale. I loro morti furono
seppelliti, con lo stesso pietoso culto dai nostri militari, nel
cimitero di guerra.
I fatti suesposti possono essere confermati da tutta la
cittadinanza e basterà anche una sommaria inchiesta per aversene
la più ampia e sicura dimostrazione.
Sono certo che, avute queste spiegazioni, codesto Comando, nel
disporre la mia liberazione, si compiacerà di riconoscere
innanzi tutto e soprattutto la mia leale coraggiosa ed onorata
condotta di cittadino e di soldato.
Teramo li 1 luglio 1944.
(Ten. Col. Umberto Adamoli)
|