Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     — Camorra! Non fare camorra! — Purtroppo la camorra, nel senso soldatesco della parola, c'è. Al soldato che sta nelle prime linee, e dovrebbe essere «sacro», non giunge che la minima parte di ciò che gli spetta, giusta il regolamento di guerra. Caffè, cioccolata, vino, grappa passano per troppe mani di conducenti, caporali, piantoni. La «camorra» sembra essere un fatto normale, ma irrita grandemente i soldati, specie in guerra. C'è il caso di sentirli dire: «Governo ladro!». La camorra finisce per esercitare influenza deprimente su quello che si chiama il «morale» delle truppe. Io penso che se, per rendere contenti questi soldati, occorre eliminare gli abusi della piccola camorra e distribuire razioni abbondanti e giuste di caffè, il problema è di facile soluzione. Importate, se occorre, tutto il caffè del Brasile...
     Sono giunti gli elmetti per gli shrapnels. Sei, per compagnia, finora. Recano sul davanti queste due iniziali R. F.: Repubblique Française.

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     L'11° bersaglieri è il reggimento italiano per eccellenza. Tutti o quasi i distretti d'Italia vi sono rappresentati. C'è qualche sardo, ci sono dei siciliani di Cefalù, dei calabresi, dei pugliesi di Bari e Lecce, degli abruzzesi di tutte e quattro le provincie, dei napoletani, di Napoli e Caserta, dei romani, dei toscani di Siena, Firenze, Massa-Carrara, dei marchigiani di Ancona, Ascoli-Piceno, Pesaro, degli emiliani di Ferrara, dei lombardi di Milano, Brescia, Cremona, Bergamo, Lecco, Sondrio, Mantova; dei veneti di tutte le provincie, ad accezione di Udine e Belluno.