Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     vedere il mago = rimanere indietro;
     avanzare verso le cucine = retrocedere;
     tagliar la corda = fuggire;
     portare a casa la ghirba = tornare a casa sano e salvo.
     (La ghirba è un recipiente di tela impermeabile che serve per portare acqua, vino, caffè).

* * *

     È giunto il colonnello. Anche Padre Michele, il cappellano del reggimento, è arrivato. Ma gli scotta il terreno sotto i piedi.
     Ieri sera sono stato di corvée. Mi sono successivamente caricato di cento sacchetti vuoti che dovranno poi — riempiti di terra — servirci per i nostri ripari; di una cassa di bombe e di uno scudo di acciaio che d'ora innanzi proteggerà coloro che devono tagliare i reticolati. Ma pesa molto: tredici chilogrammi e mezzo. Finito di lavorare a mezzanotte. Stanchissimo. Il fuoco di fucileria degli alpini sul Vrsig mi ha svegliato verso l'alba. Tuonano i nostri cannoni, ma l'attacco, si dice, è rinviato a domani.
     

Le nostre truppe avanzano su Riva e oltre Monfalcone

     21 Ottobre.
     Ieri gli austriaci hanno sparato sui portaferiti che passavano per la mulattiera in fondo alla valle. Un portaferiti è stato mortalmente colpito. È nella zona di Tolmino-Monte Nero che romba — da stamani — più profondamente il cannone. Fra un'ora dovrebbe iniziarsi l'azione del nostro reggimento. Il mio battaglione è di «rincalzo» fra il 27° e il 39°. Il capitano mi ha proposto — con motivazioni assai lusinghiere — per la promozione a caporale. Mezzogiorno. Una voce ci grida, dall'alto:
     — Tutti nei ripari! —