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Io tardo un poco, ma due granate che sfiorano il nostro riparo mi spingono nella tana. S'inizia il concerto delle artiglierie. Ore lunghe di attesa e di immobilità. I nostri cannoni tuonano sempre per proteggere l'avanzata di alcune squadre del 27° battaglione. Ore cinque. Usciamo dalla buca, a dispetto del solito cannoncino austriaco che ci batte a shrapnels. Passano, nel crepuscolo, i feriti dell'«azione». Un sergente è il primo. Vengono due capitani: il Morozzo e il Mirto. Quest'ultimo ha la testa bendata. Passa fumando, tranquillamente, una sigaretta. Il 39° battaglione ha avuto 54 feriti e nemmeno un morto. Intanto gli austriaci hanno incendiato il «boschetto» per impedire la nostra avanzata. Le fiamme altissime arrossano l'orizzonte. |