Partiamo da Villa Santina alle 8,12, in treno speciale. Nei vagoni si beve, si canta. Passiamo, senza fermarci, Tolmezzo e Amaro. Breve tappa a Stazione per la Carnia. In treno sino a Chiusaforte. Di qui a Dogna, a piedi. Tappa notturna.
Primo Maggio.
Sveglia all'alba. Prendiamo la strada del Canal Dogna. Una strada carrozzabile, bellissima, creata ex-novo. Prima non esisteva che una primitiva mulattiera. Il lavoro è stato iniziato dalla 4a compagnia del 5° Genio minatori, è stato proseguito e ultimato dalla Territoriale e da squadre di operai. Questa strada è un lavoro che dovrebbe essere visto da quanti negano in noi — latini — ogni capacità di organizzazione e di tenacia. Questa strada che, domani, costituirà una ottima via commerciale fra Dogna e Touvin, rappresenta il non plus ultra della modernità. Ad ogni svolta ci sono le cantoniere vigilate dalle sentinelle; gallerie, scavate nella roccia, offrirebbero un riparo alla truppa in caso di bombardamento della valle; ci sono delle fontane a zampillo per bere; una teleferica che abbrevia il tratto cosiddetto delle «rampe». Dopo sette chilometri di cammino, giunti a quota 900-1000, ci fermiamo. Siamo al posto. Parte della compagnia si accantona in un gruppetto di case coloniche abbandonate, il mio plotone e il secondo piantano le tende.
Il capitano fa adunare i graduati della compagnia e ci comunica che dal Comando del settore dell'Alto Degano sono pervenuti due elogi alla nostra compagnia per il servizio di guerra compiuto lassù.
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