Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     — Quanto siamo lontani da Trieste? —
     Il tenente che comanda la mia compagnia è stato promosso capitano. Gli mando le mie felicitazioni.
     Per «bagnare» le stellette ci vorrebbe un barile di grappa... — commenta un bersagliere che prima della guerra dimorava a Trieste.
     

Dicembre in trincea

     12 Dicembre.
     Finalmente un po' di sole. Distribuzione delle maschere nuovo modello contro i gas asfissianti e lacrimogeni. Le nostre sono più estetiche di quelle austriache. I bersaglieri escono dai ricoveri. Si ripuliscono un po'. Molti barbieri piantano bottega fuori, a rischio e pericolo loro e del... cliente. Qua e là si gioca a carte. Nel pomeriggio, tambureggiamento solito delle nostre artiglierie.
     Un caporal maggiore del 7° bersaglieri viene a trovarmi nella mia tana. Mi parla di Bonomi, di Codifava Tomaso e di altri più o meno noti personaggi della politica mantovana. Mi si dichiara neutralista, ma non di quelli «arrabbiati». Il 7° bersaglieri ha avuto sin qui perdite superiori alle nostre. Il 280 scoppiato giorni fa nei ricoveri ha fatto qualche vittima.
     — Io ho sempre creduto che lei fosse al fronte... Stasera scrivo del nostro incontro a Codifava... —
     Ci salutiamo con molta cordialità.
     Il generale che comanda la nostra brigata viene spesso fra noi e parla coi bersaglieri da uomo a uomo. Ciò gli procura vive simpatie. È bene parlare spesso a quest'umile gente, cercare spesso di scendere verso queste anime semplici e primitive, che costituiscono ancora, malgrado tutto, uno splendido materiale limano.