Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


Pagina 118 di 147       

%


     21 Dicembre.
     — Lo stoicismo dei nostri feriti — mi diceva ieri sera un tenente medico — ่ sorprendente. Giungono o sono portati qui colla carne straziata e non un lamento esce dalle loro labbra. I feriti addominali conservano una coscienza lucidissima. Una sera, sullo Jaworcek, mi fu portato un ferito che aveva una gamba frantumata dallo scoppio in pieno di una bomba. Fu lui che mi disse: — Dottore, tagli! — Gli feci un'iniezione e gli tagliai la gamba. Quel ferito, di cui ricordo ancora il nome, Fumagalli, se ne and๒ come era venuto, senza un lamento. Le ferite pi๙ gravi sono quelle prodotte dallo scoppio di granata, specie se di grosso calibro. Quelle di pallottola — fucile, mitragliatrice, shrapnel — sono spesso intelligenti. —
     Oggi, primo giorno d'inverno, secondo l'astronomia, si annuncia con un sole scialbo. Verso il mare c'่ una cortina di nubi temporalesche. Da qualche giorno l'artiglieria nemica ่ inoperosa. La nostra, invece, ่ sempre attivissima. Sono centinaia e centinaia di granate che cadono quotidianamente sulle posizioni nemiche.
     Pare ormai sicuro che l'avanzata ่ sospesa. Se si fosse potuto dare all'Austria una risposta sul genere di quella data dalla Francia alla Germania!

     22 Dicembre.
     Gli austriaci ci bombardano regolarmente tutte le sere con cannoncini da trincea, che gettano bombe dallo scoppio formidabile come di un 305.
     Tempo nebuloso, ma non piove. Nella mattinata, silenzio delle artiglierie. Anche la nostra tace. Le bombe di ieri sera (ne hanno lanciato oltre trecento) hanno fatto alcune vittime.