Benito Mussolini
Diario di guerra (1915-1917)


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     Qualche istante dopo, il Sovrano entrava nella corsia dove Mussolini era stato trasportato allora allora, reduce da quella che è per lui la più straziante operazione: la medicazione quotidiana. Mussolini era leggermente abbattuto: la medicazione era stata forse più dolorosa del solito.
     Il Re ha domandato al capitano Piccagnoni quale fosse il letto sul quale era adagiato Benito Mussolini.
     — È lì sul secondo letto vicino alla finestra. —
     Mussolini aveva frattanto riconosciuto il Re, ed il Sovrano aveva immediatamente scorto il ferito.
     Avvicinatosi al suo letto, il Re ha domandato a Benito Mussolini:
     — Come sta, Mussolini?
     — Non troppo bene, Maestà. —
     Il capitano Piccagnoni, interrogato dal Sovrano, ha aggiunto particolari precisi:
     — La febbre si è manifestata otto giorni fa, quando sorse una complicazione infettiva nelle ferite alle gambe: la temperatura superò i 40 gradi, l'infermo passò notti agitate, in preda a delirio. Ora la febbre è diminuita: 38 gradi. Le schegge sono state tutte estratte e le ferite vanno rimarginandosi. Ma Mussolini soffre molto. Figurarsi che la superficie lineare di tutte le ferite che torturano il corpo di Benito Mussolini raggiunge complessivamente gli 80 centimetri. Le due ferite alle gambe sono così ampie, che, divaricate, possono accogliere il pugno di un uomo! —
     Il Re ascoltava, guardando il volto del ferito.
     — Deve soffrir molto, lei, pur così forte, in questa dolorosa immobilità!
     — È un supplizio, Maestà, ma ci vuole pazienza. —
     Poi il Re ha chiesto a Mussolini i particolari del doloroso episodio di guerra, ed il ferito li ha narrati con precisione.