Il problema di Fiume
(29 gennaio 1915)
Dopo
l'adunata dei fasci d'azione rivoluzionaria
Giuseppe Prezzolini
indirizzava a Benito Mussolini una lettera con la quale chiedeva che
tra le rivendicazioni italiane in Adriatico fosse compresa anche
Fiume
sia per ragioni economico-commerciali che per ragioni etniche
ideali e nazionali. A questa lettera Mussolini premetteva il suo
commento in favore della rivendicazione di Fiume.
L'adunata dei fasci d'azione
rivoluzionaria ha suscitato un vivo interesse nell'opinione pubblica.
Anche ieri molti giornali commentavano il convegno di Milano. Fra gli
altri l'organo della Santa Sede
il grave e soporifero Osservatore
Romano
che grida allo scandalo e ci addita alla esecrazione del
gregge... nero
che ha — come è noto — molte
affinità con l'altro gregge... rosso. Ci sono inoltre giunti
diversi articoli sulle questioni dibattute al congresso. A proposito
di una mia affermazione
l'amico Prezzolini mi manda la lettera che
pubblico più oltre. Gli faccio però osservare che io
non ho detto che Fiume debba restare ungherese
né possa
diventare italiana: ho lasciato la questione impregiudicata. Credevo
che altri avrebbe interloquito sull'argomento e avrebbe vinto i miei
dubbi; ma ciò non avvenne
poiché l'irredentismo fu
riportato sul terreno delle affermazioni di principio.
Ad ogni modo io non ho
difficoltà pregiudiziali ad accettare per ciò che
riguarda il problema di Fiume il punto di vista di Prezzolini
ma
debbo dirlo
più per il secondo ordine di ragioni ideali
ch'egli prospetta
che per le ragioni d'indole economica.
29 gennaio 1915.
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