Vigilia
(11 marzo 1915)
Un'agenzia d'informazioni —
in voce di ufficiosa — assicura che
uscendo dal colloquio con
l'on. Salandra
il principe di Bülow era «visibilmente
soddisfatto». Può anche darsi.
In verità non è
così facile decifrare dall'espressione mobile della fisionomia
lo stato d'animo reale di un uomo; qualche volta non solo un cronista
qualunque
ma uno psicologo sottile prende delle cantonate deliziose;
talvolta sotto a una «visibile» smorfia di soddisfazione
si cela un travaglio interno durissimo. Questa rapida digressione
trova la sua opinione nel fatto che l'agenzia sunnominata intende —
evidentemente — mettere in rapporto la cera «visibilmente
soddisfatta» dell'ambasciatore quattrocentoventi con l'esito
delle trattative ormai ufficiosamente — se non felicemente —
intavolate. La «visibile soddisfazione» starebbe ad
indicare insomma che tutto procede come nel migliore dei modi
desiderati dal Kaiser e che l'Italia sta per ottenere i non ancora
«delimitati compensi» quale premio della sua passata e
«futura neutralità».
Ebbene
per quanto i sintomi di
questi ultimi giorni siano tali da avvalorare tutti i sospetti
per
quanto la condotta del governo sia sibillina e misteriosa e
triplicista ancora
io credo che la «soddisfazione» di
von Bülow sia alquanto... precoce. Io mi rifiuto di credere —
guidato da una speranza superstite — che il governo di Sonnino
e di Salandra intenda veramente di consumare il più
abominevole dei tradimenti contro l'intera nazione. Se anche lo
volesse
non gli riuscirebbe.
Il giuoco di Bülow è
ormai chiaro
e può essere prospettato nei termini seguenti.
L'Italia che nell'agosto era inerme
che nell'ottobre cominciava
appena ad avere un esercito degno di questo nome
ha oggi la
possibilità di mettere in campo dai due ai tre milioni di
uomini freschi che affretterebbero in un senso o nell'altro la fine
della guerra.
(segue...)
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