Sonnino avanti lettera
(16 marzo 1915)
Pietro Chimienti — che
dev'essere sottosegretario di stato — ha licenziato in questi
giorni per le stampe due ponderosi volumi che contengono tutte le
manifestazioni della sua varia attività politica
parlamentare
e dottrinale. Ci sono dei «discorsi» pronunciati alla
camera; ci sono degli «studi» dedicati alle questioni che
agitano la società contemporanea (io ricordo di aver visto
per due o tre volte
l'on. Chimienti spettatore attento e raccolto ai
congressi del partito socialista); ci sono delle «conferenze»
e dei «ritratti». C'è qualche cosa da leggere con
un certo vantaggio
in questo migliaio o poco meno di pagine fitte
che l'editore Perrella ha osato di porre in circolazione
nonostante
la crisi che converge su altri argomenti l'attenzione del pubblico.
Il Chimienti studia in un saggio
la figura complessa di Camillo Cavour
in un altro la figura di
Bismarck
in un terzo quella di Sonnino. Ho scorso con vivo interesse
le pagine dedicate all'attuale ministro degli esteri. Il Chimienti
prende il Sonnino agli inizi della sua carriera parlamentare e lo
porta fino al 1914. Si tratta di un ciclo più che trentennale.
Quali sono le idee di Sidney Sonnino in materia di politica estera? O
meglio
quali furono? — poiché è noto che ogni
uomo politico dimentica ciò che ha scritto o detto dal suo
scanno di deputato
quando diventa ministro. Se poi molto tempo è
trascorso
l'oblio è ancora più facile.
Il Chimienti
che ha speso un
centinaio di pagine nel tratteggiarci Sidney Sonnino uomo di finanza
si sbriga — in fatto di politica estera — assai
rapidamente. Si direbbe che il deputato di Brindisi non riconosca
nell'on. Sonnino quello che si chiama la physique du role per
trattare la politica estera. Ma poiché gli eventi hanno
condotto l'on. Sonnino alla consulta
e in un momento calamitoso e
decisivo come l'attuale
vale la pena di conoscere il suo pensiero
nel 1883 e nel... 1908. Due date lontane
ma vicine.
(segue...)
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