In ogni caso
(21 marzo 1915)
La Tribuna di Roma
discutendo
coi nazionalisti
afferma che volere la guerra
anche nel caso di una
soluzione amichevole del dissidio italo-austriaco sulla base dei
compensi
significa «varcare i limiti del serio e del faceto».
La Tribuna che pubblicò la famosa lettera dell'on. Giolitti a
Peano
non ci ha ancora specificato in che cosa consista il
«parecchio» che l'Italia potrebbe ottenere senza
sguainare la spada.
Il Giornale d'Italia è
uscito dalla nebulosità delle frasi inafferrabili e determina
ormai i nostri obiettivi. Il Giornale d'Italia parla del Trentino
di
Trieste
dell'Istria
di Fiume
dell'arcipelago dalmata
come di
terre necessarie all'Italia per l'integrazione del suo organismo
nazionale e alla tutela della sua posizione di grande potenza.
La Tribuna
invece
e La Stampa
più neutralista ancora della consorella romana
si tengono
sulle generali: il «parecchio» non si sa bene che cosa
sia e quanto valga tradotto sulla carta geografica: ad ogni modo non
è il «tutto»: non è la soluzione parziale —
più o meno larga — di un problema fondamentale della
vita italiana
problema che sarebbe vero delitto non risolvere
approfittando di questa favorevole contingenza. La Tribuna che
aderisce notoriamente alla tesi del «parecchio» ha
ragione di mostrarsi sdegnata per le «esagerazioni» dei
nazionalisti
che vorrebbero la guerra in ogni caso. Ma come
ha
l'aria di dire La Tribuna
se domani la «rara abilità»
dei nostri diplomatici
appoggiata dalle misure di preparazione
militare compiuta dall'Italia
strappasse all'Austria-Ungheria il
«tutto»
non sarebbe «pazzesco» volere ancora
la guerra? Lo scrittore della Tribuna è troppo navigato per
non comprendere la debolezza della sua tesi. Credere nella
possibilità di una soddisfazione «totale» delle
aspirazioni italiane è assurdo
ma — se per dannata
ipotesi — l'evento si verificasse
non sarebbe affatto
scomparsa la necessità della guerra. Se l'Austria-Ungheria —
sempre per dannata ipotesi — accedesse all'idea di soddisfare
tutte le esigenze italiane
è chiaro che essa porrebbe delle
condizioni tali che dovrebbero compensarla subito o in avvenire
dell'avvenuto sacrificio territoriale.
(segue...)
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