Sacrifici e vantaggi
(25 marzo 1915)
Non era difficile prevedere che
l'Avanti! si sarebbe gettato con avidità sul fascicolo delle
bozze di un articolo che sarà pubblicato nel numero prossimo
della Nuova Antologia e che è dedicato all'esame della
situazione finanziaria internazionale nei riguardi della neutralità
o dell'intervento dell'Italia nel conflitto europeo. Fortunatamente
quelle bozze sono giunte anche sul nostro tavolo
le abbiamo lette
con assai compunzione e possiamo affermare che l'Avanti! ha tentato
una stupida speculazione e non c'è riuscito. «Non è
necessario
dice l'Avanti!
essere sovversivi per vedere quello che
solo i ciechi e i matti non vogliono vedere...» che
cioè
l'intervento dell'Italia è una irreparabile catastrofe; ma noi
potremmo rovesciare benissimo la frase e dire che «è
proprio necessario essere dei sovversivi ciechi e tesserati come
quelli che compilano l'Avanti! per non vedere che il prolungarsi
della neutralità è non solo una vergogna
ma un
pericolo fondamentale per la vita e l'avvenire dell'Italia e quindi
anche del proletariato italiano». Del resto i ciechi e i matti
cominciano a folteggiare anche fra i tesserati; non più tardi
di ieri E. C. Longobardi faceva la sua professione di fede
interventista... Matto e cieco anche lui
dunque!
L'Avanti! che sfrutta ai fini
della neutralità assoluta l'articolo della Nuova Antologia non
si cura — e qui è la malafede! — di far sapere ai
suoi molto diradati lettori che la tesi sostenuta nell'articolo
comparso sulla vecchia rivista a firma Victor è tutt'altro che
neutralista. L'articolo è interventista. L'autore fa soltanto
delle riserve circa il tempo o l'epoca dell'azione. Dice che «ora»
e la parola è più volte sottolineata nel testo
non è
il momento di scendere in guerra. L'autore
pur volendo guadagnare
qualche settimana di tempo
non dilaziona però l'entrata in
campagna dell'Italia oltre il mese di aprile
tanto che i suoi
calcoli in fatto di uomini e di denaro partono dal presupposto di una
guerra che cominci in aprile e duri fino al dicembre. Tutto
l'articolo è impostato sulla inevitabilità della
guerra. Non può dunque giovare in alcun modo a sostenere la
baracca neutralista dell'Avanti! Le considerazioni sulla gravità
le difficoltà e i sacrifici dell'impresa
noi le
sottoscriviamo pienamente
quantunque ci sembri che lo scrittore
della Nuova Antologia abbia scelto nella sua tavolozza i colori più
grigi. L'articolo è stato scritto prima della caduta di
Przemysl
prima del nuovo orientamento della politica bulgara e non
tiene — a nostro avviso — nel dovuto conto il concorso
dei popoli balcanici a un'azione dell'Italia contro gli imperi
centrali.
(segue...)
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