(segue) Pedate ai neutri
(26 marzo 1915)
[Inizio scritto]
Quando dunque ci sarà il
«fatto nuovo» che induca i nostri governanti all'azione?
O si ha forse in animo di inscenare una guerra dell'ultima ora —
magari diplomaticamente concertata colla Germania — una guerra
a scartamento ridotto
maramaldesca? La formula dell'on. Salandra è
dunque quella di «guadagnar tempo»? Guadagnar tempo
non
potrebbe voler dire anche «perderlo»? Io voglio supporre
che gli on. Salandra e Sonnino stiano vigilanti giorno e notte
ma
chi può garantirci da uno di quegli «eventi improvvisi»
che scompaginano i piani preconcetti e creano situazioni impensate e
nuovissime? Ma non è ridicolo — ormai — affidare
le sorti d'Italia ai diplomatici
quando la sorte di tutta Europa è
nelle mani dei generali? Insomma
questa politica che diffama
Machiavelli
e trae piuttosto la sua ispirazione da Shylock
questa
politica che deprime le energie della nazione e ci crea una
riputazione infame tra le genti d'Europa
quando finirà? O è
veramente necessario che qualcuno esca dalla massa sempre più
fitta degli esasperati e degli impazienti e rompa gli indugi con un
gesto di sangue?
26 marzo 1915.
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