(segue) La sfida
(31 marzo 1915)
[Inizio scritto]
Il comitato della sezione
socialista milanese interpreta come una «sfida» l'appello
degli interventisti. E chiama a raccolta i gregari. L'Avanti!
aggiunge un fervorino d'occasione. A un certo punto osa scrivere:
«Qui
per un pugno di avventurieri o di fanatici o di
imbecilli
che grida "guerra
guerra" senza sapere bene
perché
tutto un popolo può essere sacrificato.»
In quale categoria porremo il deputato del sesto collegio? Non
sappiamo. Sono veramente un «pugno» soltanto coloro che
gridano ecc. ecc.? No. Sono qualche cosa di più
Sono un
«pugno»
ma... per lo stomaco di struzzo dei neutralisti
che vedono con terrore approssimarsi lo sfacelo della loro agenzia.
Un manipolo? Ma in che mondo vivono i neutralisti milanesi? O credono
forse che tutto l'universo sia contenuto in via San Damiano? Che
tutta l'Italia sia rappresentata da quei 184 — a tanti si
riducono — microbi che votarono l'ordine del giorno falso e
reticente di Malatesta? O non ha detto Rigola che è inesatto
affermare che tutto il proletariato italiano sia contrario alla
guerra? Ah
dunque
secondo l'Avanti!
per un pugno di avventurieri
d'imbecilli
di fanatici tutto un popolo può essere
«sacrificato» dall'intervento armato dell'Italia! Già:
gli austriacanti e i sanfedisti di mezzo secolo fa tenevano lo stesso
linguaggio. Secondo i preti Garibaldi «sacrificava» il
popolo
e i cafoni napoletani — neutralisti per la pelle —
interpretarono come un gesto di «sfida» lo sbarco di
Pisacane... Ma l'asserzione dell'Avanti! può essere facilmente
rovesciata. Si può dire cioè che per un pugno di
vigliacchi
di rammolliti
di speculatori
di venduti
che gridano
«neutralità
neutralità!»
tutto il popolo
italiano può essere sacrificato. Non potrebbe darsi che il
regime della neutralità fosse — alla fine —
enormemente più disastroso di una guerra? Questo dubbio
assilla moltissimi socialisti. Dove trovano i compilatori
dell'Avanti! elementi di fatto tali da renderli così
superbamente categorici e dogmatici nelle loro comunicazioni? Fra gli
imbecilli
i fanatici
gli avventurieri che sostengono la causa
dell'intervento ci sono non poche altissime personalità del
socialismo europeo. L'Avanti! ritiene che l'intervento patrocinato
dal «pugno» ecc. ecc. sacrifichi il popolo italiano; noi
riteniamo invece che la neutralità esponga ai più gravi
rischi e imponga nell'avvenire i più duri sacrifici. Con ciò
non pretendiamo di essere gli unici depositari della verità
indiscutibile. Ci rimettiamo al giudizio della storia. L'avvenire
dirà chi aveva ragione e chi aveva torto. E allora sono
oltremodo ridicoli i dirigenti dell'Avanti! che
sin da oggi
proclamano: «La verità siamo noi! Il socialismo siamo
noi! Il proletariato non ha che una strada da battere: quella della
neutralità...». Le dimostrazioni interventiste diventano
per l'Avanti! «provocazioni in tutte le regole».
Obbedendo allo stesso spirito di intolleranza malvagia
i cattolici
considerarono come una «provocazione» inaudita il gesto
del cavaliere della Barre
che non si levò il berretto al
passaggio in Parigi di una processione di cappuccini...
e il crimine
fu punito col rogo. Le «idealità nazionali»
alle
quali poco prima di morire scioglieva un inno alato Giovanni Jaures —
e noi riportammo quelle indimenticabili parole sulle nostre colonne —
diventano per i neutralisti dell'Avanti! una «infame
mistificazione».
(segue...)
|