(segue) Italia, Serbia e Dalmazia
(6 aprile 1915)
[Inizio scritto]
Che gli italiani in Dalmazia
rappresentino qualche cosa di più del tre per cento delle
adulteratissime statistiche austriache è positivo
ma la
maggiore percentuale d'italiani non è
per sé stessa
titolo sufficiente onde rivendicare il possesso esclusivo di «tutta»
la Dalmazia. Che cosa diremmo
se i tedeschi rivendicassero il
dominio di tutto il Veneto solo perché nell'altipiano dei
sette comuni esistono secolari oasi di popolazioni che parlano
tedesco? E perché — se vale il principio che deve essere
«politicamente» italiano tutto ciò che appartiene
«geograficamente» all'Italia — non scendiamo in
lotta anche contro l'Inghilterra e la Francia per Malta e la Corsica?
Come tutti i principi
anche
quello di nazionalità non deve essere inteso e praticato in
senso «assoluto»
ma in senso relativo. Gli è per
ciò che noi non possiamo pretendere di annetterci «tutta»
la Dalmazia
solo perché le popolazioni del litorale parlano
italiano
specie se quest'annessione dovesse creare uno stato
d'inimicizia fra l'Italia e la Serbia e quindi col mondo slavo.
Dovremmo allora sacrificare
l'italianità superstite della Dalmazia e abbandonare per
sempre all'irrompente slavizzazione città care al cuore di
ogni italiano come Zara
Sebenico
Spalato
Ragusa? No. Anzi! Noi
crediamo che bisogna salvare e salvaguardare tale italianità.
Ma è necessario per questo di «conquistare»
militarmente e politicamente la Dalmazia? Lo escludiamo sino a prova
contraria.
Noi pensiamo che l'italianità
linguistica e culturale della Dalmazia possa e debba essere garantita
e tutelata da una pacifica e leale intesa fra l'Italia e la Serbia.
Se questa intesa condurrà
anche per esigenze d'ordine
strategico
a un possesso più o meno vasto del litorale e
dell'arcipelago dalmata da parte dell'Italia
nulla da obiettare
specie per l'arcipelago; ma se
per questo possesso
dovessimo creare
un irredentismo croato-serbo e suscitarci contro l'ostilità
degli slavi del retroterra dalmata e — da notare! — del
retroterra istriano
vale la pena di rinunciarvi e di limitarci a
esigere dalla Serbia la tutela dell'italianità dalmata dagli
assalti di una slavizzazione governativa e croata.
(segue...)
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