(segue) Nel vicolo cieco
(26 aprile 1915)
[Inizio scritto]
Tuttavia l'Avanti! è
disposto a fare una concessione alla corrente politica irredentista e
scrive: «Se è vero che la modifica dei nostri confini è
condizione di effettiva difesa nazionale
noi ci compiaceremmo di
vedere raggiunta questa meta perché verremmo così a
possedere un formidabile argomento per le future campagne in favore
del disarmo. Ma neghiamo che per ciò solo si possa pensare ad
una guerra». Nessun dubbio che il nostro confine naturale al
nord ci salvaguardi assai meglio dell'attuale confine politico.
Adesso le porte aperte da sbarrare per evitare una invasione sono
dodici o quattordici; domani saranno due.
Ma per giungere a questo
risultato
di cui l'Avanti! stesso non sarebbe alieno dal
compiacersi
giova la neutralità? No. Le trattative? Nemmeno.
Non resta che la guerra. Questa renderà ancora più
formidabile la campagna futura per il disarmo cui accenna l'Avanti!
se i socialisti acconsentiranno a dare il loro contributo alla
rettifica dei confini per una maggiore garanzia dell'integrità
nazionale; essi avranno
domani
tanta maggiore autorità e
diritto per reclamare una diminuzione degli armamenti. Se i confini
resteranno come sono oggi
se il cuneo del Trentino austriaco
continuerà a restare minacciosamente confitto nel cuore
dell'alta Italia
con quale forza e con quanta sincerità si
potranno ostacolare le spese militari che si rendessero necessarie
per difenderci
specie nel caso di una vittoria austriaca
che
sarebbe dovuta anche alla nostra imbelle e passiva neutralità?
Eppure
se si trattasse soltanto
di una semplice rettifica di confini
noi potremmo convenire con
l'Avanti! nell'escludere la guerra. Ma l'Avanti! sa che la rettifica
dei confini non è che un episodio
un movente e non il
principale del nostro interventismo. Ve ne sono altri. Vi accenna lo
stesso Avanti! poco più sotto
quando si occupa della
condizione dei belligeranti. L'organo neutralista scrive: «Devono
essere i neutri a far traboccare in un senso o nell'altro la
bilancia. Se questi continuano a tenersi in disparte
la titanica
lotta continuerà finché da entrambe le parti si sentirà
il bisogno di finirla. Orbene
noi pensiamo che sia compito preciso
del più grande paese europeo rimasto finora estraneo al
conflitto
di anticipare questo momento
di incalzare i contendenti
alla tregua e alla pace mediante una transazione ragionevole ed
umana».
(segue...)
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