(segue) L'altra sponda
(26 maggio 1915)
[Inizio scritto]
La costa dalmata è
vicinissima all'Italia. Nelle giornate estive di grande chiarità
si scorge dall'alto del monte Conero profilarsi lontana la costa
tormentata e rocciosa della Dalmazia. La distanza fra luna e l'altra
sponda è in certi luoghi inferiore ai duecento chilometri
non
mai superiore ai trecento. Poche ore di navigazione notturna a lumi
spenti o diurna battendo bandiera inglese — come hanno fatto le
torpediniere austriache! — bastano per arrivare in vista della
costa italiana e per bombardarvi le città e i villaggi. Tali
incursioni
che potranno anche ripetersi durante il corso della
guerra
sono fatte non tanto per arrecare danni materiali
quanto per
«intimidire» le popolazioni. Non è improbabile che
qualche unità austriaca affondi sotto il tiro dei cannoni
delle nostre navi vigilanti in crociera
ma è anche possibile
che i raids austriaci siano — per le ragioni più sopra
esposte — quasi sempre fortunati.
Ora c'è da chiedersi:
riusciranno questi raids — anche se saranno frequenti più
del prevedibile — a scuotere e deprimere il morale delle
popolazioni del litorale? Il primo saluto austriaco non ha turbato
affatto la calma di Venezia
né quella di Ancona
né
quella di Barletta che — insieme con Rimini — furono il
bersaglio dal cielo e dal mare degli obici austriaci. Ha suscitato
anzi una reazione fortissima. Nelle vie
subitamente imbandierate
di
Ancona e Rimini
si è rovesciata molta folla
che gridava:
«Abbasso l'Austria!» Dopo dieci mesi di guerra in Europa
si sa anche in Italia
che cosa è la guerra.
La Granbretagna che dispone di
una flotta — unica al mondo! — non ha potuto impedire il
bombardamento di alcune città del mare del Nord
effettuato da
piccole e rapide unità della marina tedesca. Non c'è
quindi da meravigliarsi e tanto meno da allarmarsi se avverranno —
presto o tardi — altre incursioni austriache sul litorale
italiano. Il nemico può farlo perché ha — sotto
questo riguardo — un indiscutibile vantaggio su di noi
mentre
la flotta italiana è superiore
per numero di unità e
per coesione di forze
a quella austriaca. D'altra parte i
bombardamenti parziali di alcune città della costa adriatica
hanno poca o nessuna importanza nell'andamento generale e
nell'epilogo della guerra. Noi non siamo troppo ottimisti
ma
crediamo che il destino della flotta austriaca sia segnato.
(segue...)
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