(segue) Il tacco sul verme
(2 settembre 1915)
[Inizio scritto]

      Ora questa decorazione di mitezza di gentilezza di bontà; questo scenario da «presepio» nazaretiano è improvvisamente caduto: si sapeva che c'erano dei mercanti ma si ignorava che ci fossero dei criminali. Si sapeva che c'erano delle bestie ma non si sospettava l'esistenza di un covo di vipere.
      La realtà è che sotto la paglia sporca della stalla evangelica brulicavano e si riproducevano all'infinito tutte le specie della zoologia inferiore parassitaria. Le abbiamo scoperte e bruciate col nostro ferro rovente. Ora quest'operazione di «cauterio» continuerà metodica ostinata raffinata implacabile.
      Nulla dies sine linea!
      I vermi saranno schiacciati tutte le volte che tenteranno di uscire dal loro terriccio fangoso. È questo uno dei «legati» che io lascio a l'estremo manipolo degli amici che continueranno l'opera mia e terranno accesa colla loro passione superba questa lampada di vita.
      2 settembre 1915.