Privilegio di gloria
(2 novembre 1915)
Lettera ad
Arturo Rossato
redattore del Popolo d'Italia.
Dalle trincee del...... 2
novembre 1915.
Carissimo Rossato
la notizia della morte di
Filippo Corridoni — portatami dal nostro giornale — mi
raggiunse quassù
nelle trincee che abbiamo scavato sui
costoni ripidi di questa asperrima montagna
nell'attesa di
espugnarne la cima.
L'annuncio
insieme a un dolore
acuto
suscita nel mio animo un vago indefinibile senso d'orgoglio:
più che di compianto
la fine di Corridoni
di Rabolini e
degli altri fascisti è degna di ammirazione e di invidia.
Combattere in prima linea
sospinti innanzi da una magnifica divampante passione; cadere con un
canto sulle labbra in faccia al nemico sgominato e volto in fuga;
sublimare nel sangue l'olocausto della propria vita all'Idea; è
questo il privilegio raro di gloria che il Destino concede soltanto a
coloro che glielo sanno strappare con un atto di volontà
di
tenacia
di fede.
Per conoscere da quali
sentimenti fossero animati Filippo Corridoni e i suoi e nostri
compagni
nella vigilia della loro giornata estrema
valga questa
cartolina che io conserverò come la più cara e più
sacra delle memorie. Porta la data del 22 ottobre.
«Carissimo Benito
«Nel mentre attendiamo
l'ordine di partenza per partecipare con tutto il nostro ardore e la
nostra fede all'avanzata generale che deve portare un colpo tremendo
alla tracotanza tedesca
i nostri pensieri più puri si volgono
a te
nostro Duce spirituale
nostro amato commilitone. Pel trionfo
dei nostri ideali
per la causa della civiltà latina siamo
pronti al sacrificio di tutto il nostro sangue.
(segue...)
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