Un'azione nell'Alto Fella
(18 luglio 1916)
Un avversario
politico
indegno di essere qui nominato
osò chiamare
Mussolini «eroe del fronte interno». In tale occasione il
De Falco pubblicò questa lettera a lui diretta
come risposta
schiacciante alla ignobile calunnia.
18 luglio 1916.
Caro De Falco
...
Torno in questo momento da
un'«azione» nella zona dell'Alto Fella
che mi ha tenuto
in movimento due giorni e una notte
insieme con la mia pattuglia di
volontari esploratori.
Tutto è andato bene. Il
nostro fuoco cominciò alle 15 di domenica scorsa. La fucileria
nemica si fece appena sentire. Chi lavorò fu
come al solito
il nostro e il «loro» cannone. Quando gli austriaci si
avvidero della nostra presenza in un certo bosco che fronteggia
immediatamente le loro posizioni
cominciarono a bombardarci in piena
regola. Non erano grossi calibri (credo fossero bocche da 75
105
120 e qualche 155)
ma le granate piovevano — letteralmente —
a quattro a quattro
con un intervallo di uno o due minuti.
L'artiglieria nemica frugò e bucò — così —
per almeno un paio d'ore o tre
tutto il bosco
dall'alto al basso.
Una granata da 120 scoppiata fra me e un alpino
ferì
quest'ultimo
ma non gravemente
a un braccio.
E il pomeriggio fini in una
relativa calma
che fu di breve durata. A notte più alta
alcune fucilate di pattuglie richiamarono al fuoco l'artiglieria
nemica. Ricominciò il bombardamento a shrapnels. Spettacolo
fantastico
sinfonia in grande stile. Noi eravamo all'addiaccio sotto
una pioggia temporalesca
riparati contro il grosso tronco di un
abete. Io e l'amico Reali
testa a testa. Nel breve intervallo fra
uno shrapnel e l'altro
si lavorava furiosamente di piccozzino e di
mani per scavarci la buca sempre più profonda. Il colpo di
partenza ci metteva sull'avviso. L'orecchio «abituato»
distingueva in quale direzione filava il proiettile e quando si
diceva: — Questo è per noi! — giù colla
testa...
(segue...)
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