(segue) Il patto di Corfù
(7 agosto 1917)
[Inizio scritto]

      Per chi conosce le idee e i precedenti politici di Trumbic che si firma ex sindaco di Split e ex deputato di Zadar sa il significato e il contenuto «territoriale» di questa formula. Masse compatte più o meno di sloveni vivono nell'altipiano carsico e sono penetrate — grazie alla complicità del governo austriaco — anche nelle città italiane di Gorizia e di Trieste. I firmatari del documento di Corfù non lo dicono ma la reticenza è in questo caso una conferma: i jugoslavi intendono che del loro nuovo regno facciano parte i territori al di qua delle Alpi Giulie il litorale dalmatico tutto ciò in altri termini che deve essere italiano. Perché se così non fosse se i jugoslavi non intendessero di dare questa realizzazione imperialista al loro programma nazionale si affretterebbero a determinare i «confini» anche per disperdere i dubbi e i sospetti dell'opinione pubblica dei vicini. Non è un po' strano che i creatori di questo stato i quali hanno già provveduto a dotarlo di uno statuto dettagliato si siano dimenticati di «definirlo» nello spazio visto e considerato che ai quattro punti cardinali della fortuna jugoslava non c'è il deserto con tanto di Hic sunt leones ma ci sono altre nazioni altri popoli? Né più rassicurante è la formula del paragrafo primo che dice: «Il mare Adriatico sarà nell'interesse della libertà e dei diritti eguali di tutte le nazioni libero e aperto a tutti e a ciascuno.»
      Nulla a ridire su questa formula da un punto di vista strettamente commerciale; ma il mare Adriatico non presenta soltanto un problema di libertà di traffici presenta per l'Italia un problema fondamentale di sicurezza strategica che deve essere risolto una volta per sempre e coll'unica soluzione possibile: il possesso dell'arcipelago e del litorale dalmata fino al Narenta. Noi domandiamo se la sicurezza definitiva di 38 milioni d'italiani debba essere sacrificata a poche centinaia di migliaia di slavi di importazione artificiale e in molti casi recentissima.

(segue...)