(segue) Dei ministri, non un governo
(12 settembre 1917)
[Inizio scritto]
Si dice che l'on. Boselli sia alla
mercé dei santi d'oltre Isonzo. Certo che la conquista di quei
monti
suscitando gli entusiasmi fieri della parte sana del popolo
dispensa il governo dal fronteggiare la situazione
ma nel prossimo
inverno
per necessità di cose
ci sarà una sosta
forzata delle operazioni militari
che potrà durare cinque o
sei mesi
e allora? Vuole il governo continuare nel suo sistema di
benigna tolleranza delle gesta social-neutraliste? Vuole il governo
mantenere a posti delicatissimi funzionari irrimediabilmente
compromessi? Vuole il governo conservare i prefetti
i quali
da
Verdinois di Torino a Vittorelli di Firenze
sono in gran parte dei
«negativi» per tutto ciò che riguarda la
resistenza morale e materiale della nazione? Vuole o non vuole il
governo prendere più severi provvedimenti contro gli
stranieri? A quando il sequestro dei loro beni?
All'inizio di questa polemica ci
accusarono di volere la reazione. Quest'accusa è sfumata.
Quello che i neutralisti reclamano è la libertà di
uccidere la libertà
quindi è la reazione. Noi
reclamiamo semplicemente che un governo italiano non si renda
complice dei nemici dell'Italia
siano essi al di là o al di
qua delle nostre trincee.
12 settembre 1917.
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