(segue) Un manifesto
(7 ottobre 1917)
[Inizio scritto]

      La questione è delicata. Quando mesi or sono il governo provvisorio russo avanzò la stessa richiesta il ministro degli esteri inglese dichiarò che non aveva nulla in contrario a render note le convenzioni e i trattati stipulati fra gli alleati. Il signor Ribot fece identiche dichiarazioni alla camera francese. È chiaro che questa pubblicazione dei trattati non può avvenire senza un preventivo accordo fra tutti gli alleati. Dal momento che Francia e Inghilterra non hanno difficoltà ad accettare questo punto di vista noi crediamo che non sarà certo l'on. Sonnino a ricalcitrare davanti a questa domanda purché — ben inteso — ragioni d'indole superiore non gli vietino d'accoglierla. Ad ogni modo noi pensiamo che i trattati conclusi dall'Italia in epoche diverse coi suoi alleati dal patto di Londra agli accordi di San Giovanni di Moriana non attentino all'indipendenza di altri popoli. Qui si allude evidentemente alla Jugoslavia. È noto che nel partito repubblicano c'è a proposito della Dalmazia una tendenza rinunciataria rappresentata da Arcangelo Ghisieri la cui lettera all'Iniziativa è stata sollecitamente riprodotta dalla Serbie di Ginevra e una tendenza media che è tanto lontana dal Ghisieri quanto dai nazionalisti.
      Noi pensiamo che l'Italia non attenta affatto all'indipendenza degli altri popoli se rivendica — come sembra stabilito dai patti di Londra — Fiume e quel tratto di costa dalmata folta di città e villaggi italiani che va da Zara a Traù. Ai croati della futura Jugoslavia restano — quale sbocco sul mare — ben 160 chilometri di coste sul canale della Morlacca sbocco sufficiente per un'economia a tipo prevalentemente agricolo come quella croata. E da Traù in giù fino alle coste del Montenegro la finestra sul mare è altrettanto ampia e ricca di città — italiane — che sacrificheremo se sarà necessario per amore di concordia purché sia salvaguardata la loro italianità. Ora se l'on. Sonnino renderà di pubblica ragione questo trattato e se le clausole contenute in esso saranno quelle che abbiamo esposto ci sembra che non sia proprio il caso di parlare di un attentato all'indipendenza degli altri popoli. Attestazioni di simpatia per la causa jugoslava sta bene ma non accada che per voler troppo rispettare l'indipendenza altrui si finisca per compromettere la nostra. Noi comprendiamo benissimo che date le divergenze esistenti a proposito della Dalmazia nel partito repubblicano il manifesto non abbia potuto approfondire la questione e sia rimasto nelle generali.

(segue...)