(segue) Fronte al nemico
(27 ottobre 1917)
[Inizio scritto]
La Francia dal febbraio al maggio
1916 resisté attorno a Verdun agli sforzi disperati degli
eserciti del Kronprinz. Nella prima fase dell'attacco le truppe
nemiche si spinsero
dopo la espugnazione dei forti periferici
fin
sotto le mura della città. Parve ad un dato momento che Verdun
stessa fosse condannata a cadere. I francesi resistettero con
miracoli di eroismo e di tenacia
e dopo pochi mesi
nel dicembre
sferravano il primo contrattacco. Oggi gli eserciti del Kronprinz
sono stati ricacciati molto lungi dalle linee dalle quali partirono.
Le vicende dell'Austria
per ciò
che riguarda il possesso
la perdita
la riconquista dei territori
sono straordinarie. Non piccole zone montuose come quelle che noi
abbiamo abbandonato sull'Isonzo
ma delle immense contrade della
Galizia e della Bucovina hanno cambiato più volte di padrone.
Più volte i cosacchi — quelli di un tempo! — si
sono affacciati alle porte dei Carpazi che digradano sulla pianura
d'Ungheria.
Il possesso o no di un dato
territorio è oggi un elemento di indole secondaria nel gioco
strategico. Nel maggio dell'anno scorso fummo costretti ad
abbandonare gran parte dell'altopiano; ma gli austriaci
che la
sapiente e audace manovra del nostro comando stava per imbottigliare
al loro sbocco su Vicenza
furono ricacciati quasi dovunque indietro
fino ai confini. E allora si trattava di territorio nazionale
mentre
quello che abbiamo lasciato in questi giorni
è territorio che
prima del 1915 apparteneva allo stato nemico.
Un altro ordine di considerazioni
deve farci guardare la situazione con serenità virile. Il
nostro comando non è stato colto di sorpresa. Fra tutte le
eventualità della manovra austro-tedesca
anche quella che si
è verificata deve essere stata contemplata dal nostro stato
maggiore. Anche prima che l'offensiva austro-tedesca si sferrasse
il
nostro comando deve avere studiato e preso tutte le misure per la
contromanovra. Il problema è stato posto e risolto in
antecedenza. Bisogna attenderne con fiducia lo svolgimento. Quando
l'offensiva non conduce alla disfatta di tutto un esercito
la sua
efficienza
in una guerra di posizione
di materiale
di masse
come
la moderna
è necessariamente limitata nello spazio e nel
tempo. Ogni offensiva conduce ad un nuovo equilibrio su posizioni
retrostanti; o ad una controffensiva immediata. Finché il
piano adottato dal nostro comando non sia delineato
ogni giudizio è
prematuro
ogni apprensione ingiustificata.
(segue...)
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