Non passano più
(26 novembre 1917)
Dal «Popolo
d'Italia» del 26 novembre 1917
Il linguaggio dei nostri nemici
non è più «lirico» come nella settimana dal
24 ottobre al 1° novembre. È diventato laconico. Non c'è
niente da segnalare
secondo i tedeschi; la situazione è quasi
invariata
aggiungono gli austriaci.
I popoli di Germania e d'Austria
che attendevano nuove marce fulminee attraverso i fiumi del Veneto
sino all'obbiettivo supremo — Milano! —
devono in questi
giorni provare il morso della delusione più acerba.
Oramai l'equilibrio ritorna
una
situazione si ristabilisce
una nostra contro-offensiva non può
essere lontana
la rivoluzione leninista in Italia è mancata
gli inglesi marciano su Cambrai e su Gerusalemme
l'America annuncia
ufficialmente che per la primavera prossima un milione di soldati
saranno in Francia
i sottomarini non affamano l'Intesa
mentre il
nostro «blocco» fa sempre più duramente sentire i
suoi freni: ecco le ombre nel quadro austro-tedesco.
La pace che gli Imperi centrali
agognano non è stata avvicinata dall'offensiva contro
l'Italia
ma piuttosto allontanata nel più incerto futuro.
Hanno ordinato la vacanza in tutte
le scuole austriache al 3 novembre; Hindenburg ha fatto sparare a
salve in Prussia e in Alsazia-Lorena; c'è stato lo scambio dei
soliti telegrammi fra gli alleati «uniti per la vita e per la
morte»
ma l'obiettivo militare — la distruzione del
nostro Esercito — non è stato raggiunto; l'obiettivo
politico — quello di piegare l'Italia a una pace «separata»
— meno ancora.
E nella cronaca
c'è un
episodio strano
che
sulle prime
parve una delle troppe favole che
passano
da bocca a bocca
mentre invece corrisponde alla più
genuina verità. L'Imperatore d'Austria ha corso serio pericolo
di annegare nelle acque torbide di un affluente dell'Isonzo... Gli
antichi avrebbero riconosciuto in un fatto così singolare la
mano misteriosa del Destino...
(segue...)
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