(segue) Divagazioni
(31 dicembre 1917)
[Inizio scritto]
Il 1917 muore e lascia al 1918 il
suo retaggio di sangue. L'urto di milioni di uomini armati continua
sulle terre
nei cieli
nei mari. L'orizzonte è ancora buio.
La fiaccola slava sembra spegnersi. Chi non sa fare la guerra
molto
difficilmente può fare la pace. È dunque la guerra che
bisogna continuare
con tutte le nostre energie
con esasperata
passione
se si vuole che il mondo di domani sia un mondo di
tranquilla pacifica convivenza delle genti. È la guerra che
bisogna continuare
se vogliamo — noi Italiani —
rivendicare — una volta per sempre — dalle Alpi
all'Adriatico i «termini» sacri della nostra Patria. È
la guerra che bisogna continuare se non vogliamo disonorarci —
defezionando — per tutte le generazioni e per tutti i secoli. È
la guerra che bisogna continuare
se vogliamo che i barbari rendano
conto dell'eccidio tremendo ch'essi hanno deliberatamente
scientemente provocato; se non vogliamo «tradire» i
nostri morti che attendono
nei cimiteri violati dall'invasore...
Resistere per vincere! Vincere per
la libertà e per la Giustizia!
Ecco le parole
d'ordine e di fede con le quali salutiamo l'anno che muore e quello
che sorge.
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